sabato 28 dicembre 2019

Le figlie di Salem di Thomas Gilbert



LE FIGLIE DI SALEM
di Thomas Gilbert




Trama: Mi chiamo Abigail Hobbs. Ho quattordici anni. Vivo con i miei genitori a Salem Village. Ho avuto un infanzia serena, al riparo dalle preoccupazioni. Senza nuvole all'orizzonte. Poi è arrivato quel giorno. Avevo tredici anni. Me lo ricordo nei dettagli...il giorno in cui tutto è cominciato.

Titolo Originale : Les filles de Salem
Traduzione italiana: Elisabetta Tramacere
Pagine libro: pag.198

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"Governatore? 
È curioso 
[..]
 è come  se metà villaggio accusasse di stregoneria l'altra metà. 
Vicino contro vicino, 
parente contro parente. "


La memoria può insegnare.
La memoria è dolore.
La memoria può fare a pezzi anche l'anima dei vivi.
La memoria può salvarci da ciò che non deve più riaver vita per colpa dell'ignoranza.
Un emozionante  scossone di ciò fu realmente la tragedia, per molte donne, nella Colonia si Salem  a New England nel 1692.. un mondo in cui il Dio Denaro ha lasciato sì che si mascherasse da Dio per portare distruzione attraverso una croce imposta.
 Ancora questa ferita è aperta e pulsa dentro ai cuori di noi esseri umani, di noi donne, che scegliamo semplicemente di vivere al di fuori della norma.
Illustrazioni come queste ci portano ad affrontare il tema della paura e del sacrificio che hanno dovuto subire  le donne di Salem, realmente, per il solo fatto di essere donne ed essere al mondo.
Anche il solo danzare , era visto come in realtà un danzare per il demonio assieme a orge di demoni... Un accusare e inventare , un rinnegare le tradizioni pagane per poi manipolarle per uccidere...
Un bellissimo libro di testo illustrato  che dovrebbe essere tra i banchi dei più piccoli per insegnare loro che la libertà di quelle donne è stata decisa da un cappio troppo prematuro, figlio dell'ignoranza e della cattiveria dell'uomo che impone il suo Dio per denaro e meschinità.

venerdì 27 dicembre 2019

La voce delle ombre di Frances Hardinge

La voce delle ombre

di Frances Hardinge




Trama:
In una notte cupa e fredda, Makepeace viene costretta a dormire nella gelida cappella di un cimitero: lì nessuno potrà sentirla gridare terrorizzata nel sonno. Perché lei è molto diversa dalle ragazze che, nell'Inghilterra della metà del Seicento, vivono nel suo villaggio. Makepeace ha un dono, che è anche una maledizione: può accogliere gli spiriti dei morti che vagano alla ricerca di un nuovo corpo. E una sera, per la prima volta, è il fantasma di un orso a trovare rifugio dentro di lei. Quando intorno scoppia la guerra civile e Makepeace viene rapita da una famiglia nobile e misteriosa, l'orso diventa l'unico amico di cui può fidarsi. Insieme potrebbero cambiare le sorti del conflitto. Ma altri spiriti malvagi e potenti vorrebbero piegarla alla loro crudele volontà, per annientare il re e sconvolgere tutta l'Inghilterra.

Pagine del Libro: pag. 362
Titolo Originale: A Skinful of Shadows
Traduttore Italiano: Giuseppe Iacobaci

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"Fosti un errore, ragazzina"
disse semplicemente. 
"Ma un errore commesso con le migliori intenzioni "



Ci troviamo di fronte a una tragica perdita in cui la protagonista viene lasciata sola a sé stessa, senza alcuna risposta. 
La madre morta sotto ai suoi occhi durante una rivolta cittadina, era per lei un tormento. 
Per anni Makepeace aveva creduto di essere odiata da sua madre e invece non era così che davvero fu, negli anni che visse l'aveva voluta proteggere, facendo errori e non, da quella che era la sua discendenza : i Fellmotte di Grizehayes. 

Si sa che alle volte la folle ragione delle nostre convinzioni può venirci contro: fu ciò che scoprì Makepeace ben presto. 

Nei mesi successivi alla perdita della madre, la stessa obbligó per più volte è più anni, Makepeace a restare rinchiusa in una cappella del cimitero, per poter riuscire a combattere gli spiriti che infestavano quel luogo. 
Un domani questo le avrebbe permesso di riuscire a lottare contro i "lupi", i fantasmi dei quali la madre aveva il terrore e dai quali, la voleva addestrare, in caso di necessità,  difendersi. 
A quanto pare questa maledizione però non aveva avuto spiegazione da parte di nessuno.. 
Fu così che dopo la perdita della madre, Makepeace aveva il terrore dello spirito della madre... 
Si imbatte però in uno spirito alquanto strano, che alla fine sarebbe rimasto aggrappato a lei per l'eternità : un orso. 
Questa cosa la spaventava, perché era la prima volta uno spirito le abitava in corpo e lo nascose con tutte le sue forze, in primis perché aveva paura e in secondo luogo non voleva potessero fare a quello spirito del male. 

Con la morte e l'orso giunse anche il viaggio verso i Fellmotte e la supposta ricerca di una felicità che non avrebbe trovato fondamento. 

Arrivata a Grizehayes scoprì che anche suo padre era morto, ma già da tempo e sua madre scappò con lei in grembo per non lasciarla in mano a chi un domani l'avrebbe usata come contenitore. 
Le scappatelle dei Fellmotte erano riconoscibili dalla fossetta sul mento a cui Makepeace non si escludeva, per cui anche se la sua fu una nascita furtiva, alla fine fu accolta a Grizehayes per poter essere utile in un secondo momento. 

Gli unici alleati che aveva li erano l'orso che le faceva compagnia e James, che altri non era che un fratello di due anni più grande di lei, che aveva deciso sin dal primo momento che l'aveva vista, che avrebbe protetto Makepeace come la  sua sorellina minore. 

La storia si basa sul  voler scappare per sempre dal podere di Grizehayes e non tornare mai più. 
Ogni Fellmotte veniva preparato come lo può essere un involucro vuoto, per poter far spazio agli spiriti Anziani della stirpe dei Fellmotte. 
Nessuno aveva una propria vita e la schiavitù a cui erano e decidevano di legare i membri della famiglia era ineluttabile. 
Un destino orribile... 
Ecco perché sia la nostra  protagonista che James  cercarono più volte di andarsene, fallendo molte volte, ma sempre portando più esperienze al loro piano finale di lasciarsi alle spalle quell'abominio di posto. 
Purtroppo peró James  venne posseduto da  5 degli Anziani. 
Makepeace scappó alla ricerca di un medico, che avevo sentito sapeva curare le persone possedute da presenze esterne. 
Il viaggio di Makepeace inizia in realtà qui... Un viaggio che la porterà alla scoperta di sé stessa, di nuovi amici-spiriti, di come alla fine il suo dono possa in realtà essere per gli spiriti una Seconda, opportunità di vita. 


Il libro è strutturato in maniera intelligente, all'inizio del Seicento tra Inghilterra e Scozia, ma lascia molti imput e nozioni date, un poco sospese, in alcuni passaggi, non dandoci modo di indagare ulteriormente sui fatti che hanno portato a determinate situazioni o dettagli inerenti ai personaggi. 
Però ho davvero apprezzato la crescita del personaggio di Makepeace, e di come sia riuscita a non aver più paura di vivere, trovando nella figura dell'orso un motivo significativo nel lottare per qualcuno. 
Una simbiosi di esperienze, un dare e avere che l'ha portata a non vergognarsi di ciò che l'orso rappresentava e le ricordava: l'orso era stato ucciso dai suoi padroni del circo, costretto a orribili sofferenze per danzare a piacimento umano su due zampe, senza famiglia o compagni.

Le ombre che si insinuano dentro di noi, pericolose, pronte a distruggere i nostri pensieri e la nostra anima, per sopravvivere loro stesse in eterno... Questa cosa è molto macabra eppure un lieto fine di opportunità e speranza ci viene dato dall'autrice.
Alla fine non tutti gli spiriti mirano alla distruzione delle anime viventi, e si può  vivere in simbiosi, aiutandosi a vicenda, facendo del bene. Questo messaggio che inizialmente non vede luce, a poco a poco leggendo le pagine di questo libro, si fa spazio nella mente del lettore, lasciando un sorriso nell'immaginare  questo meraviglioso viaggio di vita di James e di Makepeace.

Mi piacerebbe davvero un secondo libro di questo bel testo.. 

martedì 17 dicembre 2019

Diphylleia e Distruttori di felicità di Elia Bonci (Progetto di collaborazione con l'autore)










Diphylleia  e Distruttori di felicità

di Elia Bonci



Ci sono alcune battaglie che sono pugni fin dentro all'anima, pugni fatti di piccoli sassolini che ci facciamo tirare addosso da tutta una vita.
Alla fine tutto ciò che si accumula diviene una mastodontica montagna che ci pesa addosso e noi, ignorandola, speriamo che prima o poi crolli.
La gente crede che la montagna si sposti.
La gente crede che la montagna sia un luogo sicuro dove continuare, non solo, a farsi gettare addosso quei sassolini scomodi, ma di potercenebuttare anche di propri di sassolini...
Non funziona così. Può funzionare così, ma cosa accade poi!?
In questo progetto di sensibilizzazione Elia si è messo in gioco, mostrando la sua storia online, e per puro caso alla fine siamo giunti a parlarci su instagram.
Sto seguendo il suo lavoro per capire come si approcciava alla vita, al parlare alle persone e ho amato il suo essere se stesso, nonostante ancora non sia semplice riuscire a esser padroni della propria felicità ogni istante.
Ma questo per tutti, sebbene con vissuti diversi e lotte interiori altrettanto simili e non.
Ma iniziamo a parlare delle sue opere:
"Distruttori di felicità" è un breve racconto che è un pugno allo stomaco per chiunque abbia un cuore. Un breve racconto in cui ci si ritrova spiazzati. Un uomo che viene pedinato e picchiato a sangue perché di fatto non è il classico schema imposto "uomo-donna" ma "uomo-uomo".
Vite spezzate e distrutte per non poter essere liberi di seguire il cuore ..

Per ciò che riguarda l'autore vi è una bellissima introduzione della Caravaggio Editori,  che trovate al seguente link che vi lascio :

https://www.caravaggioeditore.it/2019/04/03/diphylleia-di-elia-bonci-un-libro-contro-lomofobia-che-parte-da-lontano/


Ma tornando e mai smettendo di esserci, a ciò che Elia vuole farci capire, bisogna anche parlare del bellissimo libro che ha scritto "Diphylleia".
Mentre scrivo, ho finito da pochissimo di divorare ogni pagina, finendo per leggerlo tutto con il cuore colmo di amore. Mi è piaciuto tantissimo. Mi ha stupita. Mi ha capita. Si esatto, dico che mi ha capita, il suo libro e le parole che ne compongono l'opera, mi hanno capita..
Se un libro sa capirti e entrare nel tuo cuore allora è un gran bel libro.

E ringrazio davvero tanto Elia.

Inizialmente mi ha stupito molto il titolo del libro perché non sapevo da dove prendesse il nome e  sapevo che di sicuro avrei trovato la spiegazione all'interno, leggendo.

"Un fiore bianco che a contatto con l'acqua diventa trasparente. 
Un fiore che,
quando piove, 
si trasforma. 
Sotto la pioggia i petali di questo fiore sembrano trasformarsi in cristalli scintillanti. 
Per via di questa particolarità viene chiamato Sketelon Flower, 
cioé fiore scheletro, 
ma il suo nome scientifico è Diphylleia grayi. "

 Mi ha lasciata a bocca aperta e già l'inizio mi ha fatto capire che avrei divorato letteralmente le pagine.
Quello che ho provato è stato esattamente ciò che può provare quel fiore a contatto con la pioggia.
Come la stessa Diphylleia, (questo è quel che ho percepito e spero lo facciate tutti voi lettori) le persone appaiono in un modo e per proteggersi si imbandiscono di strati e strati di maschere, per sfuggire al proprio Sé..ma a contatto con le umili gocce di pioggia che cadono sul fiore e dunque con il puro sentimento quale è Amore, tutto diventa anima, e ci si ritrova nudi, si riscopre se stessi.

E quanto può essere bello svelarsi e vivere in quell'amore che dovrebbe essere sempre attaccato a noi!?


"a chi è morto dentro : innamorati"

Un progetto quello di Elia che parte prima di tutto dal suo essere sé stesso, in un mondo che ti fa a pezzi dalla nascita (o almeno vorrebbe ) per manipolare ciò che la vita in realtà mai ci nega : l'essere liberi e Amore.
Il suo progetto merita di essere ascoltato tramite le sue parole scritte, portandole avanti noi stessi lettori per diffondere il coraggio con cui tutto questo è venuto alla luce.

Le persone.
Persone.
Cosa ci rende tali, e come affrontiamo l'esser delle persone?! In questa seconda edizione del libro, si ha un ristrutturato di emozioni, in cui la stesura appare come la vita stessa si svolge, ovvero scorrevole e piena di emozioni improvvise che ci travolgono. Senza avvisare. Senza dirci nulla. Avvengono.
Avvengono e ci fanno male.. avvengono e ci fanno gioire.
Al di là di questo però vi è anche una lotta interiore che non si ferma alle pagine del libro che Elia ci porta a comprendere :
Cosa rende una persona "più " o "meno" , nella scala dell'importanza?! Chi decide queste etichette?!  Chi o cosa ci porta ai pregiudizi e all'odio?!
Ne converrete con me che sicuramente non è Amore che distrugge ma a farlo sono gli aridi di cuore. Quelli con il deserto dentro... Quelli che si fanno manipolare come neanche lo schiame  della Regina delle Api farebbe.  Ci vuole senso di unione, di far parte di qualcosa che a noi umani ancora in parte manca.


Avere accanto qualcuno che possa amarti  per ciò che sei, amarti dal primo battito di ciglia in cui l'aria di rimando tocca i tuoi occhi e ne rimani estasiato, percependo lo scuotimento che avviene nella tua esistenza... Ecco che allora si può amare ed essere amati senza dolore.
Nella mia vita ho avuto modo di conoscere molte persone.

Ho avuto modo di amare donne e uomini e mai nessuno ha potuto evitare questo.
Perché Amore è forza di trovare un posto in cui riuscire a non avere paura di ciò che siamo nel bene e nel male..che poi tutto fa parte dell'Uno. 

Nella trama del libro troviamo la protagonista che svegliatasi dal coma, provocato da una violenta e non accidentale violenza, ha perso a sua vita  e non ricorda nulla.
Ciò che le resta è pian piano solo un nome di donna e un tatuaggio che sa voler significare qualcosa.. ma non vi da alcun senso.
Ma qualcosa ritorna... Qualcosa che viene dal cuore, un emozione e un sentimento .
Allo stesso tempo tornano le paure di essere non accettati e di essere odiati..
E due visioni ci vengono poi date alla fine dall'autore: vi è sempre una scelta , sembra volerci dire, e siamo noi con le nostre azioni a metterle in atto e farle succedere.

Molte persone  hanno paura o addirittura sono letteralmente schifate da chi ama qualcuno del suo stesso sesso.
Molte persone odiano chi decide semplicemente vivere.
Qua tocchiamo un argomento che non è solo Lgtb ma va oltre riconducendomi alla domanda postavi più in su nella recensione : cosa fa sì, che noi possiamo essere, come individui singoli, considerate persone?!

La differenza la facciamo noi ogni singolo istante con le scelte di pensiero.
E qui non si parla di simpatia, perché uno può esser simpatico o state sulle scatole indipendentemente dal suo gusto sessuale/scelte di vita/modo di vestire/chi si porta a letto o meno ecc ecc...
Quella è un altra cosa e si rischia di non guardare la cosa seriamente.

Ci sono persone che alla nascita semplicemente hanno un anima approdata nel corpo sbagliato e vi è chi trova soluzione in questo, in modo felici oppure tristi oppure in nessun modo o ancora togliendosi la vita perché la gente al posto di capire, affronta il tutto odiando e allontanando l'amore da chi ne fa richiesta.

Conobbi tempo fa una famiglia.
Lui era chiaramente dolce, si vedeva il cambiamento che aveva addosso eppure cercava di nasconderlo con la sua voce mascolina di un tempo e le vesti da uomo.. 
Io lo vedevo spesso (all'epoca ero socia di un attività per cui veniva in negozio da me) assieme alla figlioletta e alla moglie.
Ammiravo tutto quello che avevo intuito..
Lui aveva dentro di sé una  bellissima Lei che stava finalmente prendendo vita, in maniera reale.
Ammiravo la moglie che aveva accettato e amato quel cambiamento nel marito, anche dopo la nascita della figlia.
Ma qualche mese più tardi all'improvviso venne Lei, quella meravigliosa creatura che si nascondeva dietro ai vestiti da uomo e la voce grossa...
Mi disse dal nulla grazie. Mi disse grazie per aver sempre capito, taciuto e fattili sentire  bene nonostante quello che vedevo.
Io ciò che vedevo vi era un amore infinito e quel grazie non doveva nemmeno dirlo.. e poi cosa dire?! È la vita e  io ho solo avuto un comportamento normale, ma perché non  ci ho mai visto altro se non una famiglia che stava lottando per avere qualcosa assieme. Anche se so perfettamente quanto questo cambiamento possa costare, tra cui perdere amici, a volte parenti, lavoro e dignità (per colpa di qualche schifoso senza cuore).
Scoprii parlando però una cosa.
Lei cominciò il trattamento per essere sé stessa senza dirlo alla moglie.
Per me fu un colpo al cuore... 
Vi dico questo perché tutti sbagliamo e allontaniamo le persone. 
Eppure vicino abbiamo chi lotta per noi, magari anche arrabbiandosi certo ma restando.
Il cambiamento parte da noi ma se amiamo bisogna anche saper rischiare e affidarci a chi abbiamo accanto.

Le emozioni date da questo libro sono così tante... Che non basta solo questa recensione per parlarne.
E non può che venirmi alla mente  "Il rilegatore" di Bridget Collins, un libro che ha mille corrispondenza con il progetto di Elia e che consiglio allo stesso autore per il significato profondo che nasconde 

Trovate la recensione anche di quel libro sul mio blog

Grazie di cuore Elia per tutte queste emozioni.







lunedì 9 dicembre 2019

C'era una volta il Natale a cura di Christian Delorenzo

C'era una volta il Natale 

a cura di Christian Delorenzo




Trama:
Un’antologia di racconti tra fiaba e realtà, tra sogno e leggenda, per ricordarci la magia della festa piú amata. Perché anche quando tutto cambia Natale rimane sempre Natale.

Si dice che a inventare il Natale, il Natale per come lo conosciamo noi, sia stato Charles Dickens. Musiche da cantare tutti insieme, prima di trovarsi a tavola con la famiglia, per il cenone della vigilia o per il pranzo. Regali da nascondere sotto un albero che brilla di luci, accanto a un presepe da salotto, sperando di strappare un sorriso. Profumo di neve che cade, da mettersi al caldo davanti al camino, raccontando storie di fantasmi fino a suscitare altri brividi, ma di paura, e farsi ancora più vicini. Senza dimenticare il rito della messa di mezzanotte, i baci da dare sotto il vischio appeso alla porta, i bambini che non vogliono andare a dormire perché in cielo c'è una slitta piena di doni per loro. In una parola: Natale. Un florilegio di racconti per vivere appieno, tra fiaba e realtà, tra sogno e leggenda, tra aneddoti e ricordi, la magia della festa più amata. E scoprire magari, piccole nostalgie a parte, che il Natale di ieri non è poi così diverso dal Natale di oggi. Perché anche quando tutto il resto cambia, Natale rimane sempre Natale, con la sua meraviglia. Da Charles Dickens a O. Henry, dai fratelli Grimm a Thomas Hardy, da Anton Cechov a Truman Capote. Un'antologia di racconti per un Natale da fiaba.
Pagine Libro:


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"Il Natale non comincia a Natale. 
Il Natale comincia prima, 
con i preparativi, 
con le decorazioni, 
con gli addobbi."

Cominciamo la lettura nei migliori dei modi, trovando il classico dei classici sul Natale, ovvero il racconto di Charles Dickens intitolato Canto di Natale, per poi via via incontrare nella nostra lettura vari racconti ognuno dei quali diviso per categoria. 

Abbiamo in totale sei categorie natalizie:
Di alberi, presepi e altri addobbi (con 4 racconti) 
Storie di una notte (con 4 racconti) 
Brividi da caminetto (con 2 racconti) 
Santa e i suoi aiutanti (con 3 racconti) 
Il senso del dono (con 4 racconti) 
Tra fiaba e leggenda (con 4 racconti) 

Il libro viene strutturato in modo tale che la lettura ci porti ad approfondire le parti più nascoste o in vista, del nostro essere, della nostra persona, del nostro riflettere più importante quale la vita. 
Si parte da storie che fanno riflettere sull'importanza di goderci il nostro presente ed essere grati per ciò che abbiamo e/o diamo per scontato ( perchè anche se il Natale viene festeggiato un solo giorno, il suo spirito di bontà per esser poi goduto a pieno in una sola notte, deve essere capace di estendersi 365 giorni l'anno) a storie riguardanti il perdono e la comprensione.
Ci sono storie che volano come la notte di Natale in sentimenti che fuggono alla nostra comprensione e storie fantastiche che ci inducono a sognare.

In alcuni racconti di queste breve storie che si scolgono ta la vigilia di Natale e la notte santa invece non abbiamo che dei frammenti di vita che ci portano a pensare al cambiamento o alle nuove svolte di una prospettiva che ci si pone d'innanzi.

Uno tra i racconti più carini secondo me è quella di Hans Christian Andersen intitolata ''L'Abete'', in cui questo albero si ritrova alla fine della sua vita a guardare indietro e capire come il tempo perso a desiderare la futilità di ciò che non desiderava, ma voleva solo per gelosia, gli si è ritorto contro.. facendo si che la sua vita fosse piena di  ciò che non ha goduto a pieno, anzichè della gioia di ogni istante per quello che aveva attorno

«Se almeno mi fossi rallegrato quando potevo! finito! finito!»

Il Natale infatti è così, non deve essere il centro della bontà, ma il raccoglimento di ciò che nel corso dell'anno si è fatto, per poi riunirsi con chi si ama e celebrare  un giorno speciale di speranza, un simbolo di amore per ciò che rinascerà con l'anno nuovo..

Altro bel racconto è quello di  G.Lenotre dal titolo ''Caduto dal cielo'' in cui una nonna dice ai suoi nipotini, che non bisogna perdere la facoltà di desiderare qualcosa con tutto il cuore, perchè è possibile che alla fine arrivi sempre qualcosa.. raccontando così come arrivò ''dal cielo'' il loro nonno.

''Stavo là, trasognata, coi piedi nella babbucce, quand'ecco che timidamente, quasi con vergogna, mi avviciani al camino e  ci appoggiai gli scarponcini che tenevo in mano:
un idea folle, il desiderio ingenuo, ridicolo, di provare per un ultima volta quelle sensazioni  da bambina, che non avrei più avuto la possibilità, mai più, di rivivere.''


Insomma, ogni storia natalizia ha da insegnarci qualcosa di prezioso , e non da utilizzare solo per le festività.









martedì 3 dicembre 2019

Canto di Natale di Charles Dickens

Canto di Natale

di Charles Dickens 




Trama:
Nella gelida notte della vigilia di Natale il vecchio Scrooge, che ha passato tutta la sua vita ad accumulare denaro, riceve la visita terrificante del fantasma del suo socio. Ma è solo l'inizio: ben presto appariranno altri 3 spiriti per trasportarlo in un vorticoso viaggio attraverso il Natale passato, presente e futuro. Un viaggio che metterà Scrooge di fronte a quello che realmente è diventato: un vecchio tirchio insensibile e odiato da tutti, che ama solo la compagnia della sua cassaforte. Riuscirà la magia del Natale a operare un miracolo sul suo cuore inaridito!?
Titolo Originale: A Christmas Carol
Pagine Libro: pag. 144
Traduzione Italiana: Davide Sala

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Da bambina amavo profondamente la versione di Canto di Natale, animata di Topolino: ricordo ogni anno riproducevano alla vigilia di Natale il cartone è io piangevo sempre di gioia tanto mi piaceva.
Arrivata ad oggi è ancora così,  e lo stesso effetto sortisce la versione film dei Muppets intitolata appunto Muppets and the Christmas Carol.

Il libro ha la stessa forza del cuore del Natale con cui sono cresciuta, rappresentando l'origine di questo meraviglioso racconto a cui tutti poi si sono ispirati.

Se ci mettessimo tutti a riflettere, capendo quanto un sorriso possa davvero cambiare la giornata delle persone che incontriamo, oppure che un nostro gesto è il classico sbattere d'ali di una farfalla che provoca un terremoto.. Bè, allora, è solo allora potremmo davvero riuscire a fare parte del tutto ed amare il prossimo.

Scrooge é un vecchio uomo a cui la vita non ha portato nulla se non a insegnargli quanto sia importante il denaro. 
Viviamo ancora oggi paradossalmente in una società ove il denaro è la chiave della felicità, eppure non era così nell'età vittoriana e non lo è certamente adesso. 
Ssonp dell'opinione che io denaro sia sì importante, ma che lo sia abbianato in un giusto contesto e in una giusta necessità. 

Il socio oramai morto di Scrooge, provando affettività per colui che in vita era come un fratello e un suo affine in fatto di sentimenti per il denaro e sdegno per le persone, gli apparì per avvertirlo del pericolo che la sua vita priva di amore, stava corrodendolo e facendolo marcire sin dentro l'anima; cosa da non poco conto é l'aiuto del suo socio morto che gli manda in aiuto, per cercare una redenzione, di tre Spiriti :passato , presente e futuro. 

Ogni Spirito ha una sua dinamica, un suo modo di raccontarsi e raccontare ciò che il nostro protagonista cela all'interno del suo cuore o, che semplicemente non è mai uscito allo scoperto. 


" Su questa tua terra
<rispose lo Spirito> 
vivono alcuni che si immaginano di conoscerci, 
 e compiono a nome nostro le loro azioni di ira, 
di orgoglio, 
di malvagità, 
di odio, 
invidia,
 ipocrisia, 
egoismo.
Proprio loro sono estranei a noi e a tutta la nostra famiglia 
come se non fossero mai venuti al mondo.
Ricordatelo, 
e addebita le loro azioni a loro, 
non a noi. "

Accusiamo spesso gli altri per ciò che ci accade, accanendoci con la vita è tutto ciò che ci toglie.. Ma non è forse vero che diamo 0 riceviamo in eugual misura zero!? Eppure ci stupiamo ancora.
Il donare, anche solo una parola di conforto, deve venirci dal cuore, dalla nostra parte buona e senza  vergogna.

" Io onoreró sempre il Natale nel mio cuore,
Ne serveró il culto tutto l'anno. 
Vivrò nel passato, 
Nel presente e nel futuro 
Tutti e tre gli Spiriti parleranno dentro di me, 
E non dimenticherò le loro lezioni. 
Ma dimmi, 
Dimmi che mi sarà dato di cancellare la scritta su quella pietra!"

Lo Spirito che ho sempre amato più di tutti è quello del Presente. Anche quest'anno è la figura del Futuro che mi coglie più che mai, per il semplice motivo che il suo Silenzio è il suo modo di far vedere ciò che può svolgersi è dettato dal darci una Scelta.
Dal darci, una possibilità di redenzione con noi stessi.

Alla fine della notte, il nostro protagonista ha oramai capito che vivere la propria esistenza disprezzano tutto e tutti non fa male che a sé stesso.: le persone vivono anche se qualcuno le detesta, le persone vanno avanti anche senza le approvazioni o le disapprovazioni altrui.
Ci precludiamo tante volte delle gioie perché crediamo di aver tempo, di essere in possesso di qualcosa che può a lungo termine arrivare in più, ma il tempo non è clemente con il nostro ego.
Natale rappresenta la famiglia.
Natale rappresenta la bontà che deve esserci ogni giorno nei nostri cuori.
La generosità portata a tutti, non perché debba esistere solo quei giorni, ma come simbolo di una magia in cui tutto può avverarsi e che se tutti siamo disposti a esser felici  allora lo saranno anche le persone che incontreremo e sarà una ruota d'amore che alla fine tornerà da noi con il massimo del bene.

In questo libro non si dice che tutto verrà cancellato e che le cattive azioni verranno eliminate dalla memoria. Nessuna ipocrisia.
Al contrario a mio dire, viene messo in risalto come il passato non debba influire su ciò  che siamo e vogliamo essere, perché il bene può essere fatto nonostante tutto, anche se in passato si sono fatti errori.
In questo libro vi è la speranza di una condivisione di felicità, in cui il Bene viene riconosciuto, indipendentemente da ciò che si era.
Il presente definisce il nostro domani.
Il domani è il nostro passato.
Ma il presente è oggi, è ogni nostro giorno e dobbiamo prenderne coscienza.

" Alcuni risero del suo cambiamento, 
ma lui li lasciava fare e non ci badava, 
perché sapeva che le cose buone, 
su questa terra, 
iniziano sempre col suscitare il riso di certa gente" 

Essere gentili, buoni, dare affetto, non deve essere una finzione ma al contrario debbono esser gesti fatti con la coscienza di donare qualcosa di positivo.
Ho sentito l una frase intelligente qualche giorno fa di ua persona che diceva a tutti che bisogna diffidare di chi parla troppo, e guardare invece le sue azioni, per capir chi abbiamo davanti.