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lunedì 16 novembre 2020

Il mago di W.Somerset Maugham

 Il mago 

di W.Somerset Maugham


Trama: Corpulento, teatrale, sfrontato, gli occhi che sembrano trapassare l'interlocutore, Oliver Haddo ha l'aria di «un prete sensuale, malvagio». Conosce come pochi la letteratura alchemica e la magia nera, si definisce Fratello dell'Ombra ed è ossessionato dal desiderio di vedere «una sostanza inerte prendere vita» grazie ai suoi incantesimi - dal desiderio «di essere come Dio». Arthur Burdon, il brillante chirurgo che lo incontra a Parigi, non ha dubbi: è uno spregevole ciarlatano, un impostore, forse un pazzo. Ma quando Margaret, la giovane dalla bellezza perfetta che sta per sposare, e che per il mago provava all'inizio un violento disgusto, comincia a esserne morbosamente attratta - come se «nel suo cuore fosse stata seminata una pianta infestante, che insinuava i lunghi tentacoli velenosi in ogni arteria» - e fugge con lui in Inghilterra, comprende che dovrà misurarsi con forze immani, di cui sinora ha voluto ignorare l'esistenza. Dalla sua parte si schiereranno il dottor Porhoet, appassionato di alchimia, e la fedele amica e protettrice di Margaret, Susie, ma lo scontro - che Maugham trasforma in una spirale di irresistibile tensione - sarà aspro, tenebroso, lacerante: perché il male che il pragmatico dottor Burdon dovrà combattere è in fondo un'oscura «fame dell'anima», fame di una vita infinitamente viva, di rischiose avventure, di conoscenza soprannaturale e di ignota bellezza.

Titolo Originale: The Magician

Traduttore italiano: Paola Faini

Pagine Libro: pag.254 

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"Eppure la magia non è altro che l’arte di impiegare consapevolmente mezzi invisibili per produrre effetti visibili. Volontà, amore, immaginazione sono poteri magici che chiunque possiede; chi sa come svilupparli appieno è un mago. La magia ha un solo dogma, ovvero che il visibile è la misura dell’invisibile"


Ho letto molti articoli inerenti a quest'opera e all'autore, tanto da volerne leggere anche io in prima persona le pagine del libro, per scoprire quale fosse l'incantevole storia che Maugham ebbe modo di creare, ispirandosi all'incontro avuto con Aleister Crowley agli inizi del '900.

Come molti di voi sanno e altrettanti no, Crowley fu ed è a tutt'ora, una figura molto controversa su alcuni aspetti,  perché la sua, è una presenza storica misteriosa, esoterica; mago nelle arti oscure ed esperto di quello che è uno dei movimenti di dottrina da lui nato, che ha preso il nome di Thelema. 

È molto interessante però, come l'ispirazione abbia sfociato in ben altro nella formazione del personaggio di Haddo, mostrandolo sgradevole di fisico, grasso e stomachevole, ma con il potere di "ammaliare leoni", tanto da farli morire con la sola sua presenza di spirito e soggiogare la mente delle persone.

Tutta la storia è un cammino verso noi stessi, nel credere nella magia, nel credere che ci sia altro al di là della verità che conosciamo, per poter guardare oltre alla vita terrena e comprendere non esistiamo solo in questo arco di tempo e, senza connessione con ciò che ci sta intorno.

L'ossessione di Haddo per il prodigio della vita, della morte e della manipolazione del protoplasma primitivo, dell'essere Dio, è l'ambizione della sua intera esistenza, e molte volte citerà anche gli studi di Paracelso ai quali si ispira.


"Lei pensa che io sia un ciarlatano

perché mi occupo di cose che lei non conosce.

Non vuole cercare di capire. 

Non mi riconosce il merito di lottare con tutto me stesso

per uno scopo assai nobile"


Arthur è un chirurgo, non crede nelle forze occulte o nella magia e si scontra con Haddo, non solo verbalmente, tanto che quest'ultimo pianificherà la sua vendetta silenziosa: prenderà Margaret (futura sposa di Arthur).

Mi ha ricordato un pò il Conte di Montecristo quel suo macchinare silenzioso di Haddo, in cui tutto è connesso ma nessuno vede. 

Nessuno vede ciò che succede a Margaret,  fino a che le cose non sono palesemente chiare a tutti per mano dello stesso artefice.

Porhoët e Susie saranno "le stampelle" sulle quali Arthur  potrà trovare la forza e sopratutto l'equilibrio per scovare la verità e alla fine riuscire ad eliminare l'ingiustizia subita.

La scrittura di Maugham per me è deliziosa perché colma di parole rigogliose che sanno colmare ogni  domanda che viene leggendo, ogni dettaglio dei personaggi e di ciò che provano, rendendo la lettura del libro bellissima. Difficilmente il suo modo di scrivere si ritrova nei libri odierni e in alcuni di quelli passati .

Delizioso. 

Delizioso, è l'aggettivo che meglio descrive per me l'esperienza di questa lettura.


mercoledì 23 settembre 2020

L'inverno della Strega di Katherine Arden (terzo ed ultimo libro del Ciclo La Notte dell'Inverno)

 L'inverno della strega

 di Katherine Arden 

(Terzo ed ultimo libro del Ciclo La Notte dell'Inverno)




Trama:

Una ragazza può fare la differenza...
Mosca è in preda alle fiamme, e per salvarsi Vasja deve fuggire via, inseguita da tutti coloro che la accusano di morte e distruzione. Raggiunge così il regno della Mezzanotte, una terra magica fatta di ogni mezzanotte passata, presente e futura.
Ma rimanere lì sarebbe una condanna a morte per tutta la sua famiglia e per le sue terre... Intanto il Gran principe di Mosca è in preda alla rabbia e alla frustrazione, e sceglie alleati che lo condurranno su un percorso di guerra e rovina. E, mentre Medved, il fratello gemello di Morozko, sta scatenando il caos nella città stanca, un esercito di Tatari si sta preparando ad attaccare e minacciare i confini della Rus.
Vasja si ritroverà nel mezzo di una guerra tra due Stati, tra religione e folklore e tra antichi fratelli.
Sarà in grado di salvare la Russia, Morozko e il magico mondo che custodisce?

Titolo Originale: The Winter of the witch
Pagine Libro: pag.384
Traduzione italiana: Maria Teresa Feo

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"Per quanto ho potuto, ti ho amato"


Eccoci giunti all'ultimo romanzo della saga di K. Arden facente parte del Ciclo la Notte dell'inverno, che vede come protagonista principale Vasilisa Petrovna e l'essere una strega in un mondo conteso tra il popolo dei Chyerty e quello cristiano ortodosso, in una Russia che vede anche Mosca contro i Tatari e un conflitto che va oltre il tempo tra i due gemelli , ovvero Morozko e Medved.


Non si era resa conto di quanto l'avessero segnata
 la violenza e il dolore di quegli ultimi giorni;
 non si era resa conto che lo portava ancora dentro di sé,
 aggrovigliati e pronti ad esplodere in qualunque momento. 
<<Perdonami>> ribadì.


Questo libro l'ho divorato in una giornata e mi ha emozionata davvero molto, facendomi capire bene sia le emozioni di Vasja che di suo fratello Saša.

In questo ultimo libro ci troviamo esattamente dopo l'incendio avvenuto in città: Vasja viene accusata di essere una strega per poi esser destinata al rogo, con l'accusa  di esser stata lei ad aver appiccato il fuoco a Mosca e le viene tolto per sempre Solovej, ucciso brutalmente.. 

Il tutto per mano di un uomo che con l'arco narrativo io stessa ho molto odiato per la sua follia cristiana : Padre Konstantin .
Da qui le prime pagine cominciano a metter davvero molto in gioco sin da subito, per quel che riguarda le dinamiche che si verranno a formare per l'ultimo atto narrativo di questa storia straordinaria.

Mi sono ritrovata immersa in questa terra Russa di altri tempi, ancora una volta, per altre 384 pagine, viaggiando anche io nelle terre di Mezzanotte, amando e odiando Inverno e Caos, e capendo come equilibri sottili  siano inevitabilmente legati, ma che le direzioni che le unisce sono delineate da una lotta eterna oppure legate nel collaborare, per avere qualcosa di più che la solita eternità fatta di certezze presenti e mai futuri nuovi.

L'eternità come vedremo per ognuna delle creature magiche può essere eterna, certamente, ma non per questo felice.

Ciò che in tutto il resto della saga e , soprattutto in questo ultimo libro che la chiude, si mette in evidenza è il rispetto per il dolore: 
esso non viene definito dal pianto e dunque dalle lacrime, ma un dolore silenzioso e forte che tiene in piedi il mondo, e che solo alla fine si permette di uscire sotto forma di lacrime per crescere in una gioia infinita di consapevolezza e coraggio maggiore.

Nessuno deve fingere di essere forte ma al contrario arriva al limite cercando di fare del proprio meglio, crolla e così comprende come il dolore sia giusto perché conseguenza  di azioni fatte e dunque inevitabile, per poi, da questa piena consapevolezza della propria anima  agire e trovare un nuovo luogo di speranza .

Vi è anche l'urgenza narrativa secondo me oltre che morale , di far sí che non esista bene e male ma solo il giusto modo di procedere in cui ognuno ha tutte le sfaccettature dell'uno e dell'altro, a propria disposizione sin dalla nascita. Senza distinzione tra uomini e/o Chyerty.
Cercare di distruggere qualcosa solo perché diverso senza cercare un equilibrio/compromesso che permetta di coesistere è solo un danno che arreca solitudine e oblio.

"Non esistono" ripetè l'Orso.
Non esistono mostri,
in questo mondo,
e nemmeno santi.
Esistono solo infinite tonalità,
unite per formare un unico chiaroscuro mosaico.
Il mostro di un uomo è l'amante di un altro.
I sapienti sanno riconoscere questa verità."
Pag.72


Medved e tutto ciò che rappresenta mi ha colpita molto in questo capitolo finale, lasciando ben capire come  le mie ultime considerazioni abbiano avuto nascita.

In conclusione, posso solo che elogiare questo lavoro fatto in anni di ricerche, passione e storia del folklore russo e di ciò che la Russia ha subito, da parte  dell'autrice.

Libri così intensi che ti fanno sentire  parte di essi sono un qualcosa di davvero prezioso come le perle.








sabato 2 maggio 2020

La ragazza della Torre di Katherine Arden (secondo libro del Ciclo la Notte d'Inverno)

La ragazza della Torre

 di Katherine Arden 

(secondo libro del Ciclo la Notte d'Inverno)




Trama:
Orfana e sola, costretta ad abbandonare il suo villaggio, Vasja dovrà rassegnarsi a trascorrere la vita in un convento o a permettere alla sorella maggiore di darla in sposa a un principe moscovita. Entrambe le strade la condannano a una vita in una torre, tagliata fuori dal vasto mondo che invece desidera esplorare. Così sceglie una terza via: travestendosi da ragazzo cavalca attraverso il bosco per sfuggire a un destino che altri hanno scritto per lei. A Mosca, intanto, la corte imperiale è scossa da lotte di potere e tumulti. Nelle campagne alcuni banditi razziano i campi, bruciano i villaggi e rapiscono le fanciulle. Dopo essere partiti per sconfiggere i briganti, il Gran principe e i suoi boiardi si imbattono in un giovane uomo in groppa a un magnifico destriero. Solo Saša, un monaco guerriero, capisce che il “ragazzo” altri non è che sua sorella, creduta morta dopo la fuga dal suo villaggio in seguito all’accusa di stregoneria. Ma quando Vasja dà prova del suo valore in battaglia, cavalcando con una destrezza eccezionale e con un’inspiegabile forza, Saša realizza che dovrà a tutti i costi mantenere il segreto della sua vera identità, per salvare la vita dell’unica persona in grado di fronteggiare le forze oscure che minacciano di distruggere l’impero…

Traduzione italiana: Maria Teresa De Feo
Pagine Libro: pag.332

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"Le cose sono o non sono Vasja,
se desideri una cosa,
significa che non ce l'hai,
significa che non credi che sia già lì,
e questo vuol dire che non ci sarà mai.
Il fuoco è,
o non è.
Ciò che tu chiami magia è solo non lasciare che il mondo sia altro da ciò che vuoi che sia"



Nel libro precendente "L'orso e L'usignolo", abbiamo lasciato nel finale una Vasya che andava nella foresta con Solovey, per ritrovarsi da Morozko, dopo aver preso la decisione di andarsene via e viaggiare per il mondo, perché non sarebbe mai potuta rimanere nel suo villaggio e sopportare le catene che l'essere nata donna davano sin dalla nascita; il villaggio la additava come strega e se fosse rimasta con la sua sorellastra Irina e suo fratello Alëša, di sicuro le sarebbe toccato si andare in convento o a sfornare figli..oppure come dicevo poco prima il villaggio ancora sotto l'influsso di Konstantin l'avrebbe potuta mettere al rogo.
Ecco perché nonostante tutto, nonostante ne avesse passate tante e le perdite subite le avessero spezzato una parte di anima, non poteva restare ferma, Vasja nel suo cuore aveva la determinazione di poter forgiare il suo futuro, e decise così di viaggiare per la Russia.


In questo secondo libro ritroviamo anche tre personaggi importanti:
la sorella maggiore Ol'ga oramai sposata e con figli, il fratello Saša (il monaco guerriero, figura da me molto amata in questa saga sin dal precedente libro per la sua tempra e il suo carattere) e Konstantin il batjuška(prete) che andando al villaggio di Lesnaja Zemlja si era innamorato di Vasja, ma fu soggiogato dall'Orso, che lo fece impazzire fingendosi la voce del Dio cristiano.

Le ambientazioni sia della natura che dell'architettura medioevale russa sono come sempre di una impeccabile e dettagliata realtà, tanto da fare sì che ci si senta parte integrante di ciò che leggiamo, riuscendo a vedere coi nostri stessi occhi il paesaggio/i che incontriamo  nel romanzo; si ha anche un'ottica ben precisa non solo sullo spaccato sociale dell'epoca riguardanti i destini delle donne, ma anche tra le gerarchie sociali degli uomini e delle azioni militari per il dominio di Mosca.
Un tema sempre importante è il peso della religione cristiana e di come le tradizioni pagane furono messe a poco a poco sempre più in ombra dal Cristianesimo, additando ad eretici (finendo così sul rogo) chiunque si opponesse alla nuova politica cristiana; tema davvero toccante se si pensa come sia sottile la linea che ci separa dall'essere ignoranti..

Vasja che in questo caso come sua madre e sua nonna ereditò il potere di vedere gli spiriti e i demoni pagani che abitavano da sempre la terra Russa, e continuò a osservare i ringraziamenti e il dovuto rispetto per le tradizioni, fu additata come sciagura e demone lei stessa; ci fu un tempo in cui invece chiunque avrebbe pagato ciò che non poteva con qualsiasi mezzo, pur di riuscire a vedere quel mondo che agli uomini era precluso alla vista...
(Un po' come Avalon..alla fine sempre quello è il discorso, le religioni sono il male del mondo. La politica governa attraverso la finta fede)
Morozko, donando l'amuleto a Vasja attraverso suo padre, volle legare la sua anima a quella della giovane per non scomparire, infatti se pur immortale non può morire ma solo essere dimenticato e dunque essere impotente al mondo ...
(Mi viene da riportarvi la  storia Disney di Jack Frost ne 'Le 5 leggende' in cui ben si spiegava questa cosa)

Lascio però a voi scoprire chi è La ragazza che sta nella  torre di Mosca e che nesso abbia tutto questo con l'amuleto, con Vasja e il suo destino e Morozko stesso...

Ma dicevamo, alla fine Vasja torna da Morozko, e con il suo aiuto riuscirà a fare la viaggiatrice come tanto sognava, ma alla fine si ritroverà a Mosca, travestita da ragazzo e mettendo a dura prova la pazienza dei ritrovati fratelli Ol'ga e Saša coi quali dovrà per forza di cose affrontare qualcosa che cambierà tutto, ancora.

In una delle conversazioni che Vasja ha con entrambi i fratelli, in momenti differenti, si capisce bene come tutti siano cresciuti e abbiano preso le proprie decisioni, e di come la vita li abbia cambiati.

Ol'ga ringrazia di non avere il potere della veggenza come la madre, la nonna e come Vasja, ma al contrario di come lei possa essere una principessa nonostante tutti i divieti di una vita libera perché così non dovrebbe avere la paura costante del rogo: a pagina 256 c'è infatti una frase che riporta che fa ben capire questo (anche se si capisce ben prima, sin dalle prime pagine in cui la reincontriamo):

" <Tu sei fortunata> mi disse questa anziana donna <a non essere come lei.
Lei era una creatura di fumo e di stelle,
arrivò cavalcando a Mosca nonostante sembrasse che l'inverno la stesse inseguendo in sella a un cavallo grigio.
Sposò Ivan senza indugio e pianse tanto la notte prima del matrimonio.
Cercò di essere una brava moglie,
 e forse lo sarebbe stata se non fosse stato per la sua natura selvaggia.
Soleva camminare nel cortile,
guardare il cielo,
parlava con nostalgia del suo cavallo grigio,
che scomparve la notte del suo matrimonio.
Perché sei rimasta?!,
 le chiedevo,
ma lei non rispondeva mai.
Nel suo cuore era già morta molto tempo prima di morire davvero,
e io fui contenta quando sua figlia,
Marina,
si sposò e andò a vivere lontano dalla città..>
Questo significa che io non sono come mia nonna,
e sono adesso sono una principessa,
padrona della mia casa,
ed è una vita piacevole coi suoi pregi e coi suoi difetti"

Evidente invece come Vasja sia in simbiosi con il fratello Saša, che nel primo libro decise contro il volere del loro Padre di entrare nel monastero e seguire il volere di Dio, anche se in uno dei tanti confronti con Vasca, la stessa capirà come anche lui stesso, che nonostante sia un monaco non riusciva a testare rinchiuso a pregare ma al contrario  amava l'avventura e tramite essa consacrava al suo Dio la vita e aiutava in maniera attiva le persone .

"Il pericolo a cui andava incontro per ogni parola che pronunciava in mezzo a tutte queste persone importanti,
la inebriava,
come il vino nelle vene,
come l'acqua in una terra arida.
Forse,
pensò,
era per questo che Saša aveva lasciato casa.
Non per Dio o per sfidare Padre,
ma perché voleva trovare una novità dietro ogni angolo,
e questo non sarebbe mai successo a Lesnaja Zemlja."

Tematiche molto importanti sono come sempre toccate dall'autrice che mi ha lasciata a bocca aperta molte volte anche in questo secondo romanzo della saga.
Sono assolutamente sicura che molto altro verrà finalmente a galla dal terzo libro e se è come i primi due, sicuramente ci sarà da divertirsi nella lettura che anche se in questo libro è risultata più lenta, è stato uno stato di lettura lenta perché ricco di particolari da assimilare e ho davvero apprezzato tutto ciò.

Una cosa che ho constatato nel primo libro e ho ritrovato nel secondo è come la Arden riesca a destreggiarsi nei caratteri degli spiriti/demoni russi senza cadere nel banale ma facendo venire i brividi nonostante tutto, nell' incontrarli durante la lettura.
Lo stesso Morozko o Mezzanotte o altri riescono a comunicare con la protagonista e con noi lettori, in maniera tale che non ci risulti una farsa ma si crei nella nostra mente un collegamento con il non visibile quasi spettrale e inaspettato, proprio come ci si aspetterebbe da chi non è mortale.

Ho adorato tutto e non vedo l'ora di concludere l'avventura russa con il terzo libro uscito ieri Venerdì 1 maggio 2020.




lunedì 27 aprile 2020

L'orso e l'usignolo di Katherine Arden (primo libro del Ciclo la Notte d'Inverno)

L'orso e l'usignolo 

di Katherine Arden 

(primo libro del Ciclo la Notte dell'Inverno)



Trama:
In uno sperduto villaggio ai confini della tundra russa, l'inverno dura la maggior parte dell'anno e i cumuli di neve crescono più alti delle case. Ma a Vasilisa e ai suoi fratelli Kolja e Alësa tutto questo piace, perché adorano stare riuniti accanto al fuoco ascoltando le fiabe della balia Dunja. Vasja ama soprattutto la storia del re dell'inverno, il demone dagli occhi blu che tutti temono ma che a lei non fa alcuna paura. Vasilisa, infatti, non è una bambina come le altre, può "vedere" e comunicare con gli spiriti della casa e della natura. Il suo, però, è un dono pericoloso che si guarda bene dal rivelare, finché la sua matrigna e un prete da poco giunto nel villaggio, proibendo i culti tradizionali, compromettono gli equilibri dell'intera comunità: le colture non danno più frutti, il freddo si fa insopportabile, le persone vengono attaccate da strane creature e la vita di tutti è in pericolo. Vasilisa è l'unica che può salvare il villaggio dal Male, ma per farlo deve entrare nel mondo degli antichi racconti, inoltrarsi nel bosco e affrontare la più grande minaccia di sempre: l'Orso, lo spaventoso dio che si nutre della paura degli uomini. Nell'incantevole scenario della tundra russa, il primo capitolo di una nuova trilogia fantasy.

Traduzione italiana:Maria Teresa De Feo
Pagine libro: pag. 294



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<Ricordo e conosco molto più di te, 
e lo farò per tanto tempo.
Parliamo con pochi
e lo spirito del cavallo non si rivela a nessuno.
C'è della magia dentro di te.
Devi imparare a gestirla.>
<Allora sono dannata?>
<Non comprendo , "dannata".
Tu sei.
 E, 
per tanto, 
puoi andare dove desideri,
nella quiete,
nell'oblio,
o nelle fosse infuocate,
ma dovrai sempre scegliere.>


Avete mai sognato di leggere un libro che riuscisse a farvi provare emozioni delle Fiabe e del Fantasy?! Nel primo libro dell'autrice, sono riuscita a trovare situazioni magiche, epiche e così reali nel leggerle che sono riuscita a provare la sensazione di camminare sulla neve durante l'equinozio invernale, di udire anche dentro al cuore il soffio del gelo di Morozko, lo scoppiettio che fa il ciocco di legno dentro al forno per scaldare la casa, la voce degli alberi, gli spiriti che proteggono tutte le cose che ci circondano, sono riuscita a cavalcare una giumenta assieme alla protagonista.

La Russia è un posto che di per sé ha sempre creato grazie ai suoi miti popolari sogni fatti di fiabe con grandi insegnamenti/ammonimenti dell'anima

L'orso e l'usignolo è una storia che ha origine in un villaggio medioevale russo, Lesnaja Zemlja,  situato molto a Nord, lontano due settimane almeno da Mosca; per sei mesi l'anno quelle terre sono desolate e il gelo non risparmia nessuno se non si è pronti per affrontarlo.

In questa storia si fa inizialmente conoscenza con Marina, una donna dai forti valori, pia alle tradizioni pagane del suo popolo, con  quattro figli; sposa del signore del villaggio di Lesnaja Zemlja, prima di morire da alla luce una bambina a cui da il nome di Vasilisa (Vasja) e nella quale ha riposto un grande fato : la piccola sarà colei che potrà salvare l'anima delle persone, salvare il popolo che abita il bosco e gli antichi spiriti che regnano sul mondo.

Una strega. Una veggente.

Nel corso degli anni la bambina crescerà, selvaggia, libera e sempre con gli occhi puntati addosso perché la gente del villaggio dimenticando  gli spiriti e i demoni che abitavano quei luoghi, non lasciavano più nessuna offerta per avere protezione o anche solo per ringraziare del raccolto, da quando subentrò peggio del gelo, la religione cristiana  e il prete Konstantin,e quindi vedere Vasja comportarsi come l'antico popolo, ringraziare ad esempio il Domovoj che proteggeva la casa, o altri spiriti,  fece si che la additassero come diversa e  figlia del male.

Nel libro si percepisce molto bene come possa fare male essere dimenticati e abbandonati per follie di un nuovo potere che si basa sul terrore ,quale il Cristianesimo.

Il Re dell'inverno, Morozko , avrà un ruolo molto importante perché non era solo Marina a sapere quale destino avrebbe atteso sua figlia; non fu per niente facile perché Morozko  attendeva da tempo il risveglio di suo fratello, l'Orso, che dentro di sé non aveva Morte e rinascita come lui, ma solo distruzione e ira.
Per combatterlo serviva qualcuno di straordinario : Vasja.

"Dai troppa importanza all'apparenza delle cose.
Devi lasciare che le cose siano ciò che si adatta meglio ai tuoi scopi,
e solo allora lo diventeranno davvero.
[..]
Nulla cambia Vasja,
le cose sono,
o non sono.
La magia è dimenticare che qualcosa sia stato diversod da ciò che volevi che fosse."


Ci sono delle lezioni molto preziose in questo libro:

 -le religioni sono il male del mondo specialmente quando sono imposte e non lasciano che le persone possano credere con il loro cuore e non con il terrore e la redenzione creata dai potenti

- le donne purtroppo erano come delle giumente da spremere, o da mettere in convento .

- dimenticare è male,l nostre origini non vanno dimenticate o sostituite.
Nessuno deve mettere in catene lo spirito degli uomini e tanto meno sputare sul folklore del proprio popolo per una croce imposta, creata per controllare la massa.

- la forza dell'amore, della famiglia può essere la chiave per riuscire a comprendere la tolleranza.

- anche le persone diverse da noi possono esserci amiche, e ognuno, sia nel piano materiale che spirituale può avere del male o del buono. Nessuno può essere luce senza ombra e viceversa, perché non esisterebbe completamente,ignorando una parte di sé.

- abbiamo il libero arbitrio sul nostro destino, ma per farlo bisogna essere consapevoli di chi siamo.

-anche se le persone dubitano di te, il fallimento lo avrai solo ed esclusivamente se sarai tu a pensarlo di te, e la colpa sarà tua non degli altri

- un atto di gentilezza può essere come la  goccia che cadendo continuamente e lentamente sulla dura roccia, riesce a levigarla

Difficilmente riusciremo a percepire dove inizia la fiaba e dove finisce la realtà mano a mano che intraprenderemo la lettura di questo libro.
Un piccolo usignolo, può sconfiggere un orso pieno di ira?! Quanta forza uccellino, per poter vivere, eppure quanta facilità se si è fedeli a sé stessi, riuscendo a crescere e a non disimparare a guardare veramente non solo con gli occhi, ma con tutti i nostri sensi.

Non ho potuto non apprezzare  i tempi di lettura, perché ogni capitolo si prendeva il proprio tempo per fare conoscere i personaggi e le loro emozioni, la loro psicologia fragile e forte, i sentimenti , le paure e la crescita dei loro spiriti.
Ognuno ha un suo sentiero e ognuno va dove lo porta le proprie scelte.

Una cosa è certa, il personaggio che più ho odiato è stata Anna, nonostante inizialmente prima del matrimonio mi facesse pena.. mentre alla fine del libro non ho potuto che ponderare tutti i miei sentimenti e confermare la cosa.

Konstantin, il prete invece nonostante fosse un narcisista con un ego  spaventoso e tutto ciò che faceva lo faceva per sua lussuria personale, mi ha fatto pena. Il suo animo era corrotto dal sentirsi un Dio per i mortali. Come gran parte di chi professa il cristianesimo.

(Oramai penso che dopo tanto tempo chi mi legge sa perfettamente che gli unici che io rispetti, sono i francescani)

Finendo il libro non ho potuto che riguardarmi tutti i cartoni  russi che da piccola guardavo in televisione.
Mi è rimasto nel cuore quello intitolato "i 12 mesi" .. che dejavu meraviglioso per l'animo.

Al prossimo libro