giovedì 23 novembre 2017

Dodici Racconti di Natale di Jeanette Winterson

Dodici racconti di Natale di Jeanette Einterson




Trama del Libro :
Fantasmi irriverenti e spiriti del Natale; incontri d'amore e trabocchetti; ghiaccioli e slitte e rane d'argento; case stregate e mamme di neve; zuppa inglese allo sherry di papà Winterson e ravioli della -Shakespeare and Company-.
Dodici racconti di Natale e dodici ricette natalizie.


Se avevo preso questo libro con un idea, bè, l'ho cambiata subito dopo le prime pagine del libro.
Questo libro è rilegato e la copertina è molto bella come piace a me, rigida e dai bei colori.
Tra meno di un mese è Natale e il mio bisogno di immergermi  in questo caldo tepore delle feste si fa sentire, dunque fui spinta a comperare questo libro.
Credevo che le storie fossero leggende che si sussurrano dai tempi andati e fossero storie natalizie classiche, invece mi ha stupito non poco le prime pagine dedicate da Jeanette Winterson, alla descrizione del Natale e di questo libro per come è nato.
Ci rivela 12 racconti piu' uno, accompagnando il lettore, in quello che è lo spirito delle feste che sta arrivando; attraverso i suoi racconti, scritti da Jeanette stessa, troviamo a intervalli ,una storia carica di significato emotivo e poi  una ricetta che prende memoria dalle esperienze familiari e non, dell'autrice... e così ci ritroviamo a leggere  questo libro in un alternarsi di 12 racconti e 12 ricette per 12 giorni  .


Pagine del Libro : 293
Traduttore Italiano: Spallino Rocca C.
Titolo Originale:  Christmas Days: 12 Stories and 12 Feasts for 12 Days


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Come si capisce sin dalle prime battute del libro, il Natale non è un qualcosa di religioso cattolico-cristiano, ma affonda le sue radici nei riti pagani, trasformata dai cristiani in un qualcosa di  accettabile per tutti e ben nascosta agli occhi di molti.

Da pag 11 a pag 21 Iniziamo subito con un avere una precisa nozione di come nasce e cosa non è mai stato il Natale, Babbo Natale e tutto quello che vi è dietro.
Nel 1629 fu abolito il Natale dai puritani  perchè considerato troppo allegro...

''Il Natale 
[ ..] 
aveva origini pagane, ed era troppo allegro,
troppo piacevole 
(perchè essere felici quando si puo' essere tristi?! ). ''

Yule(21 dicembre), la vera festa, oramai conosciuta per lo più da chi si avvicina al paganesimo, o alla wicca  in primo luogo: La vera festività che segna un altro passo importante per la vita...

La chiesa arrivò alla conclusione che per avere tutti in pugno, ed eliminare le festività pagane ( qualunque esse siano) non si poteva fare guerra a un nemico potente e vivo in ogni persona sin dalla nascita... ecco perchè riuscì a capire fortunatamente per lei, che se non puoi sconfiggere qualcuno è bene allearcisi.

Incominciò a togliere alla gente le proprie origini integrandone altre sotto forma di bugia, riuscendo nel proprio intento di soggiogare tutti con  le proprie menzogne, ingraziandosi  le persone in un semplice modo :   mantenne canti ,sempreverdi, scambi di doni e festa.. facendo sì che tutte le feste a partire dall'equinozio di primavera (21 aprile) al Natale, con la nascita dello stesso Cristo, riuscissero a giustificare molte delle loro folli invenzioni per soggiogare e tenere in pugno tutti.

Anche Babbo Natale, il Signor Nicola...  diventò simbolo di  felicità, e di buoni propositi. 
Una persona realmente esistita, che in ogni paese veniva rappresentato diversamente e associato  in compagnia di renne o di slitta o altro...
Fece del buono donando alle persone soldi o giocattoli costruiti a mano per alleviare i dolori e il buio dei cuori.. divenuto leggenda man mano che la sua storia si narrava..

1931: la ditta della Coca-Cola  affido' a uno svedese il compito di stupirli con un qualcosa di innovativo riguardante Santa Claus... e così fece, dando il via a il Babbo Natale che tutti conosciamo, vestito di rosso , con  slitta e renne che volano, a portare doni... eh sì.Ottima trovata ed ottimo rafforzamento del tutto.
Perchè se non tutti lo sanno, ''Babbo Natale'' vestiva di verde, ma il verde per farla breve era sempre un colore pagano.. ci voleva qualcos'altro che si abbinasse bene ai falsi doni da re magio.. ma con colore di impatto e diverso.

Badate bene, io amo il Natale. Per me non ha valore cristiano, sono agnostica e sbattezzata per scelta.
Come ho detto in precedenza,  presi questo libro credendo di trovare storie portate dal tempo, e invece mi sono ritrovata con mio grande stupore storie che sono state create con il passare degli anni dalla stessa Jeanette. 

Stupore perchè l'autrice ha saputo spiegare nel dettaglio cosa non sia il Natale, e che la Chiesa, fa schifo e non dovrebbe esistere per come è davvero..
Da dire anche che Babbo Natale non mi piace vederlo come un qualcosa di commerciale, ma così è ''stato cresciuto '' dopo una buona azione compiuta tanti anni orsono da  un reale Nicholas.

Il Natale pero' resta magico. Rappresenta la bontà che ognuno di noi ha dentro al cuore, è una festa pagana, che  si presta a far crescere la speranza.

Il contributo vittoriano  al Natale fu il piu' eclatante comunque , e nacquero un sacco di storie di fantasmi, e molto altro inerenti allo spirito di questa festa  e alla bontà d'animo e di misericordia verso i bisognosi.. ricordiamoci di Charles D. con ''Canto di Natale'', il simbolo del folklore natalizio. 
Dobbiamo ricordare che dai puritani veniva lo stesso vista male e questa festa era un elogio al non fare nulla.. dato nessuno lavorava per le feste, dedicandosi cuore e anima alle famiglie.

Alla fine di tutto, Yule, il Natale, e' la nascita e la morte al tempo stesso, delle  stagioni che si preparano  a vivere nuovamente con la bella stagione, nascondendosi e restando dormienti per qualche mese... portando anche la Luce con se'.
Lo trovo magnifico,



''So che il Natale è diventato un cinico accaparramento di merci,
ma è nostro dovere,
come individui e come collettività,
opporre resistenza.
Il Natale è festeggiato in tutto il mondo da persone di tutte le religioni e da chi non ne ha nessuna.
E' un ritrovarsi,
uno stare insieme,
mettendo da parte le differenze.
Nell'epoca pagana e romana era  una celebrazione del potere della luce e della presenza della natura nella vita umana.
Il denaro non era importante.
[...]
In qualunque modo decidiamo di festeggiare il Natale,
dobbiamo farlo a modo nostro,
 non in modo preconfezionato.''


Lascio a voi il piacere di scoprire questo libro, e leggere dopo la premessa di cosa è o non è , questa festivita' di nome Natale.

Incontrerete come abbiamo fatto tutti, e anche io , la mamma di neve e gli spiriti  del Natale e non, e le ricette di un tempo , il tutto restando sempre colpiti da come ogni cosa  possa avere un significato anche per noi stessi e le nostre esperienze.

Non abbiate timore di abbandonare le vostre paure, fate sì che riempiano il sacco di Santa Claus e vi abbandonino per sempre, allegerendo questi giorni di festa... proprio come ha fatto la protagonista della prima storia che l'autrice va narrandoci...

Natale è simbolo del donare, ma donare non vuol dire sempre dare, ma anche rinunciare  a dare, per dare a se stessi qualcosa,
Qualsiasi sia la forma, troveremo sempre la maniera.

Buon inizio feste a tutti .




giovedì 2 novembre 2017

La ragazza dell'altra riva di Mitsuyo Kakuta

La ragazza dell'altra riva 

di Mitsuyo Kakuta




Trama del libro:
Sayoko ha trentacinque anni, un marito ligio alla tradizione materna che vuole la donna chiusa tra le pareti di casa, a occuparsi con saggezza delle faccende domestiche, una figlia di tre anni, Akari, che nel parco, dove Sayoko di tanto in tanto la conduce, se ne sta a giocare da sola in un angolo, discosta dagli altri bambini. Anche Sayoko è sola, ma soffre terribilmente della sua solitudine. La routine quotidiana è per lei un peso che, giorno dopo giorno, si accresce a dismisura e minaccia di soffocarla. La donna decide così di rispondere a svariati annunci di offerte di lavoro. Dopo aver collezionato una marea di rifiuti, riceve la chiamata di Aoi, titolare di una società, la Platinum Planet, che offre un servizio di sorveglianza e un aiuto domestico alle persone che si avventurano in viaggi di lunga durata. Il lavoro è semplice, si tratta di annaffiare le piante, strappare le erbacce in giardino, ritirare la posta e fare le pulizie. Sayoko accetta con entusiasmo. Si ritrova così a dividere il tempo con una donna che ha la sua stessa età, ha frequentato la sua stessa università, e ostenta una personalità e uno stile di vita completamente diversi dai suoi, se non addirittura agli antipodi. Lei vive in funzione dell'opprimente marito e della figlia. L'altra dirige una piccola azienda e si gode la propria libertà pur celando, dietro un'apparente sicurezza di sé, un passato difficile con cui fare i conti. Durante i turni le due donne si studiano, si confidano e si domandano segretamente come sarebbe potuta essere la loro vita, se avessero fatto l'una le scelte dell'altra. Mentre Sayoko inizia a rinascere, riscoprendo la voglia di uscire e di avventurarsi nel mondo, Aoi percepisce dentro di sé un sottile cambiamento, come se quella donna conosciuta, per caso fosse una "ragazza dell'altra riva", venuta direttamente dal suo passato per dirle che non è troppo tardi per ricominciare a vivere.

Pagine del libro: 320 (di libro, se parliamo di libro con indice 331)
Traduttore italiano: Gianluca Coci
Titolo originale: Taigan no Kakuta



Ci guardiamo attraverso lo specchio, e a volte non capiamo chi vi sia riflesso, e credo che sia successo anche a Sayoko e Aoi.
Molte volte dimentichiamo tutto e anche i sogni che si distruggono attraverso i nostri passi verso i giorni che passano.
Abbiamo molto da imparare dalla vita e molte volte, credo che siano necessarie le scelte sbagliate per poter fare la cosa giusta, e spero di non essere l'unica a pensarla così.

Nel libro la psicologia dei personaggi viene spiegata ampiamente, che mi ha coinvolto a pieno, sopratutto la prospettiva in cui Aoi viene raccontata attraverso la sua adolescenza.
Sayoko viene conosciuta sopratutto attraverso la sua vita attuale, in cui capisce che deve muoversi per non annullare se stessa.
Per Aoi i discorso è molto diverso e radicato in altro.
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All'inizio del libro vediamo come la condizione casalinga  rappresenti a pieno la problematica delle condizioni femminili in una società che pero' non è solo giapponese talvolta, ma che fa parte di tutto il mondo. Chi più, chi meno.
Sayoko da giovane sposò Shuji, e come dicono alcune parole nel libro per descrivere il tutto ''5 anni di matrimonio e 3 dalla nascita della loro figlia '' Akari ( detta A-chan).
All'inizio Shuji non è come nella descrizione della trama, che dice lui non voleva  la moglie lavorasse, ma al contrario ci rimase male quando Lei stessa volle fare come tutte le altre ed essere una buona moglie e una perfetta casalinga rinunciando al suo lavoro.

Sayoko si laureò al dipartimento di lingua e letteratura all'Università per poi andare a lavorare  nella distribuzione cimatografica , occupandosi dei sottotitoli dei film asiatici ed anche del merchandising.
(pag.21)

Sua suocera non fu molto felice quanto Sayoko cominciò a lasciarle A-chan per lavoro le prime volte, e nemmeno quando gliela lasciava per andare a colloqui di lavoro.. a pag 46 vediamo  la reazione evidente con :

''Non capisco cosa avete nella testa voi donne di oggi, volete lavorare a tutti i costi e non vi fate scrupolo di abbandonare i vostri figli''

A pag. 24 invece finalmente Sayoko riesce ad avere un colloquio di lavoro e poi in seguito ad essere assunta.
Il marito, Shuji come dicevo sopra, all'inizio del matrimonio restò male nel vedere la moglie rinunciare al proprio impiego ma non disse nulla perchè era Lei a dover scegliere... e solo in seguito si abituò all'idea che fosse probabilmente giusto così e a sviluppare una sorta di velo su quello che è giusto e quello che è imposto dalla società.
Daltronde fu felice che Lei decidesse di trovare un lavoro nuovamente, ma è anche vero che con l'andare del tempo le cose un poco cambiarono, a maggior ragione con una figlia di 3 anni e nuove responsabilità. 

Sayoko, passava da casalinga molto tempo a cercare nuovi parchi in cui sostare con la figlia per far sì che A-chan instaurasse un rapporto di amicizia con gli altri bambini, ma la piccola non si inseriva, forse troppo introversa per prender seriamente coraggio e così si stava ripetendo nella piccola ciò che accadeva alla madre: 
nessun dialogo, isolamento e sconforto.

Con la decisione di tornare a mettersi in gioco Sayoko ha dato anche alla figlia , bene o male, l'opportunità di andare all'asilo e incominciare relazioni forzate per tutti i bambini in un certo senso, così da integrarsi, o almeno provarci.
 Sayoko non è che voleva lavorare  ma fondamentalmente doveva, per se stessa.

Quando incominciò il lavoro di  nell'agenzia di pulizie fu molto dura. Ogni mattina il furgoncino passava a prenderla, prendere sia lei che le altre donne, per esser lasciata sul luogo del lavoro ed essere riportata a casa a fine turno.

Il lavoro che svolgeva le fu dato da Aoi Narahashi,  titolare della Platinum Planet che la ingaggiò per un servizio di pulizie  che avrebbe svolto per l'agenzia di Viaggi ( In pratica si puntava ai clienti che volevano mantenere in ordine la casa anche in assenze prolungate dalla stessa, con cura del giardino e tante piccole/grandi altre cose.)

Aoi aveva la stessa età di Sayoko e frequentò la sua stessa scuola , ma con indirizzo diverso infatti lei si laureò  in Filosofia al Dipartimento filosofico.

A pag.33 incominciamo a vedere come l'autrice , incominciando proprio da Aoi, cominci a tracciarne il profilo psicologico attraverso la sua adolescenza: in particolar modo in uno di quelle vicende che diventeranno fondamentali  e significativi nello svilippo del carattere.
Aoi e famiglia abitavano a Yokohama ( stesso paese guardacaso dell'autrice stessa :) eh già! ), ma dati i ripetuti atti di bullismo subiti dalla ragazza a scuola, a un certo punto i genitori prenderanno la decisione di trasferirsi, e lo faranno andando a Gunma.

Peccato che la madre in cuor suo non le abbia mai perdonato il doversene andare, e inconsciamente  lo faceva pesare parecchio.
Mise anche in dubbio che la colpa fosse della figlia, perchè per esser presa di mira doveva aver fatto qualcosa no?! Un pensiero che fa molto male in fondo, da figlia, sentirselo dire.
Sta di fatto che come ho già detto ci fu il trasferimento da Tokyo a Gunma  anche perchè ci furono casi di suicidio di giovani che subivano bullismo e altre persone... per motivi di depressione, gli stessi che Aoi alla fine stava subendo , e si decisero a partire.

In realtà la famiglia non era benestante e il trasferimento gravo' molto sulle loro vite , ma servì a salvare Aoi...


Nella nuova scuola Aoi conobbe Nagumi Nanako, che diversamente dalle altre ragazze sembrava non toccarla nulla, come se tutte le parole, le cattiverie, i gruppi, il mondo intero, le scivolasse addosso mentre un sorriso faceva sembrare tutto facile e normale. 
A pag. 36 vediamo un approccio di Aoi e Nanako molto carino mentre spiegano il significato dei loro nomi.
Nella scuola almeno all'inizio non c'erano fazioni di nessun tipo, non c'erano nè buoni, nè cattivi e ognuno ha le proprie preferenze o interessi senza dar fastidio a nessuno: ma piccoli gruppi di ''simpatie'' si formano lo stesso, e Aoi è nei neutri..
 Nanako andava di pala in frasca, saltelalndo ovunque le andasse, in tutti i gruppi, fregandosene di ciò che la circonda, mentre Aoi non vuole che integrarsi, e non esser presa per sfigata.
Con l'andare del tempo in tacito accordo mai detto si incontravano di nascosto fuori scuola, lontano da tutti instaurando una profonda amicizia, diventando migliori amiche.

Tanto da mettere in crisi in un primo periodo Aoi, perchè non sapeva nulla di quella ragazza, eppure quella stessa ragazza aveva interesse sincero per lei, e voleva andare a casa sua , voleva chiaccherare ore al telefono con lei, voleva condividere segreti e conoscerla...

A pag 83 pero' vediamo un Aoi molto preoccupata perchè a distanza di tempo  le fazioni scolastiche si formano ed emergono, prendendo di mira parecchie alunne coetanee.
Espondento a Nanako il suo timore, l'amica per la prima volta, le rispose che nulla doveva ferirla, e per proteggerla, disse ad Aoi che se fosse servito, lei avrebbe dovuto gettare con gli altri fango su fango addosso all'amica, perchè solo così Aoi sarebbe stata trattata bene.


''Se verrà il mio turno, tu non dovrai preoccuparti'' andò avanti Nanako.
''Non serve che tu faccia per me quello che io farei per te.
Se diventerò loro bersaglioe mi isoleranno, non dovrai muovere un dito. 
Anzi, dovrai ignorarmi, e parlare male di me come tutte le altre 
[...]
Possono farmi quello che vogliono,io non ho paura.Non m'importa di queste cose, sono più forte di loro''


Da pag 84 a pag 87 leggiamo infatti un dialogo molto significativo .

A pag 63 vediamo invece una Sayoko che scopre il ''club dei mille mestieri'',  le sta preparando una festa  per darle il benvenuto in azienda, e dato si tiene una volta al mese, la sua presenza è molto gradita. 
Ma per Sayoko cè anche il problema dei colleghi, non le vanno molto a genio tutti, specialmente  una ragazza di 26 anni di nome Iwabuchi, che  di nascosto parla spesso male di Aoi, tirando fuori   pettegolezzi che la riguardano per farla sembrare una persona da segreti compromettenti.
Il alvoro di pulizie era duro, ma non per questo Aoi aveva mentito, fu molto chiara al colloquio con Sayoko, e di certo lo fu anche con gli altri.


A pag 152  invece si incominciano a vedere i primi comportamenti  negativi di Shuji, il marito di Sayoko che fu indispettìto dal fatto che la moglie andò alla festa del Club a festeggiare, mentre lui doveva starsene con A-chan a casa...
La chiamò più di una volta al cellulare, e non fu molto carino per una volta che stava a badare alla bambina.

Aoi e Sayoko stavano cominciando a conoscersi e  vedere l'una nell'altra ciò che non erano e ciò che al contrario una aveva e l'altra non era riuscita ad ottenere.


Da qui lo sviluppo della storia è parecchio intensa e merita attenzione.Non siete curiosi di sapere come si sviluppa?!


Vi lascio con alcune riflessioni che mi hanno portato la lettura del libro...


Avete mai avuto un amicizia tanto profonda da riuscire ad amare la vostra amica, come fosse parte di voi?!
Io si, la mia migliore amica si chiamava Giulia.
Un legame talmente forte, che durò per più di  metà della mia vita, durò 20 anni su per giù..
Un legame forte, un amore sincero, tra più di due sorelle.
In cui ci si sentiva 24h al giorno, in cui  anche i silenzi erano parole, e in dove ogni parola era felicità.

E poi un giorno di svegli e comprendi qualcosa si è spezzato,
Il primo ragazzo che spezza il cuore, la gelosia , le bugie per avere attenzione, parole dette apposta perchè si sta male per tante cose esterne, e interne...e tutto scivola via come un torrente.
Non ho piu' voluto nessun'altra migliore amica, da allora e tutt'ora, nonostante tutto, non  ho più voluto una migliore amica e non ne ho mai avuto intenzione.
Ho vissuto e vivo tutt'ora un rapporto diverso con tutti.
Son cose che ti cambiano dentro.
Avete mai avuto un amicizia tanto profonda, un amicizia d'amore cosi profondoa da sentirti legarti l'anima anche a distanza di tempo e cercare di perdonarsi per non esser riuscito a non gettare tutto al vento?!
Questo libro mi è piaciuto molto, e ha risvegliato ricordi in me, e credo possa piacere anche a voi.
E ci sono un sacco di domande quali :
Perchè crescere e decidere di prendere determinate scelte?!
Abbiamo mai pensato che alla fine gli altri si comportano con noi, in base a ciò che trasmettiamo noi stessi con le nostre scelte?! E come si può riuscire a comunicare con le altre persone, quando le parole possono portare così tante insidie?!

Come si può essere donne felici? Il lavoro non è tutto. E a volte fa stare così male, che anche se fai cio' che ti piace e ti appassiona, vorresti mollare tutto e ricominciare lontano con gente che non ti conosce, e nuovi momenti che non fanno parte della routine...