lunedì 30 ottobre 2023

La Pietra della follia - di Benjamín Labatut


La pietra della follia 

di Benjamín Labatut



Trama: Come e quando gli incubi di Lovecraft, le visioni di Philip K.Dick, e l'inquietante matematica di Hilbert -sciolti nell'inferno che chiamiamo rete- abbiano finito per diventare qualcosa che assomiglia al nostro mondo.

 O peggio, che lo è.

Titolo originale : The Stone of Madness

Pagine Libro: 77

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"Forse ci troviamo in una fase in cui le antiche storie che coglievano il senso del mondo stanno crollando, e in questo momento, prima che emerga un nuovo grande racconto, una massa di trilioni e trilioni di frammenti senza significato precipitano nel vuoto, e per un breve periodo storico siamo immersi in un mondo che non ha senso. Fino a quando, in un luogo che non possiamo ancora immaginare, qualcuno inizierà a riassemblare  tutti quei frammenti in un modo completamente nuovo, da cui prenderà vita una nuova grande storia "

Nel perdurare degli anni, si è sempre dato per scontato che il seme della follia umana fosse un qualcosa che improvvisamente ci sarebbe apparso davanti, senza soluzione alcuna per contrastarlo. L'unica possibilità è sempre stata quella di essere pronti mentalmente alla possibilità di dover affrontare una qualsivoglia forma di follia nelle più svariate maniere ma, nessuno potrebbe mai sapere quando questa possa apparire e per tanto quando  e come possa cessare.

Però alcune persone non si sono limitate alla coscienza di questo e in modi anche terrificanti hanno cercato sempre il campanello d'allarme magari nel momento in cui non c'era , e bombardato la propria mente  di paranoie, portando follia loro stessi al mondo.

Sotto un' altra ottica però la follia si manifestava molto vivida attraverso i sogni di alcuni , che altro non erano per i più, la manifestazione concreta della verità umana, ovvero che il mondo che viviamo è un involucro che ci contiene col corpo e il nostro vero Io vive solo nella notte attraverso i sogni ,quando non abbiamo difese e le rivelazioni del mondo possono trovare un accesso di connessione con tutto l'universo .

Però questa verità portò in primis Lovecraft a cercare di dare un senso a tutto questo sconvolgimento dei suoi sogni ,attraverso le sue narrazioni, per portare l'umanità a rendersi conto che il mondo di ignoranza in cui viviamo è più pericoloso del vero, e sarà troppo tardi quando realizzeremo il vero mondo che ci attende, perché la follia forse sarà la più leggera delle pene . 

In questo piccolo saggio di Labatut, le riflessioni scorrono veloci, scorrevoli e concise, senza dispersioni, e tantissime sono le domande e le ricerche che viene voglia di fare a riguardo ciò che ci racconta tramite il suo cercare  anch'esso risposte .

Ci si domanda se davvero

"...il prezzo che paghiamo per la conoscenza 

è la perdita della nostra capacità di comprensione"

Negare che io non lo pensi sarebbe ingiusto anche con me stessa dato che  io per prima, credo sia vero.

Su alcuni degli studi che ho fatto mi sono imbattuta spesso in questa complessità di pensiero, perché per quanto sia magari stupido, sotto una certa ottica perdere la comprensione laddove la si trova, assicuro che quando finalmente tutti i tasselli sono al loro posto, a volte la comprensione diviene sfumata nell'aver finalmente compreso tutto e inizia una nuova ricerca che è la più complessa di tutte : ritrovarsi.

Vi chiederete in che senso.. bè nel senso che una volta ottenuto ciò che si vuole conoscere, bisogna imparare la stabilità dell'esserci, della costanza con cui facciamo tesoro del sapere.

Eppure cè chi ne esce folle.. o chi dimentica, perché affrontare realtà è troppo. Diviene quasi un impegno con sé stessi e ciò che siamo nel presente.

Una bellissima domanda è "Quando abbiamo smesso di capire il mondo?"(domanda che è anche titolo di un libro dello stesso Labatut), e in effetti se ci pensate è alla base della follia che ci mangia pian piano ogni giorno.

Il saggio de La pietra della follia , nasce dalla penna di Labatut per via di un quadro di Bosch in cui ci sono 3 figure ognuna con un ruolo ben preciso, che hanno a che vedere con un  seme di follia che viene estratto ( o messo ) dalla testa di un quarto figuro.

Il quadro che l'autore continua ad osservare lo porta a pensare e ragionare sulla follia e di rimando, la follia di una donna che l'ha accusato di plagio.

Il dipinto lo porta anche a ragionare e farci ragionare su come capire quale delle quattro figure sia logico essere, se alla fine la vita non sia che imprevedibilità; ci porta dunque ad affrontare in poche pagine migliaia di input che possiamo poi approfondire in solitaria, come ad esempio cosa voglia dire essere presenti a questo mondo e come esserlo, dal momento che proprio come la follia, la vita stessa non può essere prevista, perché le incognite e le cose inaspettate esistono e non si possono quantificare o decidere sia così come le vogliamo, a prescindere dalla loro natura.

"La crisi consiste appunto nel fatto che il vecchio muore e il nuovo non può nascere: in questo interregno si verificano i fenomeni morbosi più svariati."
Antonio Gramsci

Tutto quello che viviamo per noi è reale ma ormai pare che qualcosa sia crollato in quel perdurare paziente della follia umana negli anni.

Capiamo ancora così poco del mondo , ma tendiamo a essere più avanti di ciò che realmente comprendiamo .. La tecnologia sta come risucchiando una parte importante della nostra ricerca del contatto con ciò che siamo e ciò che è il mondo. 

Troppo presi a delegare le intelligenze artificiali, troppo presi dal rifugiarci in realtà virtuali come se qui fosse nulla di importante riempiendo con ciò che capita i nostri vuoti per poi morire, credendo di farlo bene e troppo presi dal credere che non contino le storie che hanno varcato il nostro mondo .

Appena ci imbattiamo in qualcosa di cui non abbiamo comprensione, alla fine si creano mostri di paura  e non sappiamo come affrontarli.