sabato 2 dicembre 2023

La preghiera degli innocenti (primo libro - il ciclo della disputa eterna) di Antonio Agostinacchio

La preghiera degli innocenti

di Antonio Agostinacchio

(primo libro del Ciclo della disputa eterna)


Trama: 
David e Garrett vivono nel rurale villaggio di Highline, sulle sponde del fiume Natis. Tutto ciò che sanno di Arcan, il vasto continente al di là della Foresta, lo apprendono dalle strabilianti storie di nonno Arthur. Storie di magia e impavidi guerrieri, il cui protagonista è il leggendario Aston, eroe dell’Ordine dei Neri. Una notte di luna piena sconvolge le loro esistenze, lasciandoli improvvisamente soli. Con nient’altro che un misterioso uomo da cercare: Daniel Aslak, e un avvertimento: stare alla larga da Nocturnia, i due partono alla volta di Jheelar. Lungo il tragitto dovranno fare attenzione. La Repubblica della Notte Eterna non è più come un tempo. L’ex capitale è instabile e i sopravvissuti dell’antica organizzazione dei Neri hanno tutta l’intenzione di riprendersi la città con la forza. Tra terre dalla notte perenne e luoghi in cui la natura brilla di luce propria, David e Garrett dovranno scoprire quanto ci sia di vero nelle leggende con cui sono cresciuti e fare i conti con un passato che vuole travolgerli a tutti i costi
Pagine libro: 257



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Come mi disse una volta Antonio in una nostra conversazione riguardo il suo futuro e la sua ambizione di scrittore:

''scrivo per regalare qualcosa
 e se nessuno leggesse non potrei donare nulla''

Faccio questa recensione in una giornata abbastanza fredda di quello che è l'inizio di un periodo invernale molto duro, per tanti motivi che accompagnano la mia vita ultimamente, ma voglio portarvi questa recensione credendo nel lavoro che ci sta dietro a quest'opera di Antonio.
Antonio è uno scrittore che ho conosciuto su Instagram grazie alla passione dei libri che ci accomuna e nel corso degli anni ho visto da persona esterna questo libro, in parte prendere vita, attraverso i suoi estratti che condivideva, e alla passione nel volere creare un opera che non fosse con l'intento di restare parole sui fogli ma una storia che si potesse accompagnare al lettore coinvolgendolo a vivere e sentire la storia che si sviluppava mano a mano la lettura.
Chi mi legge saprà che solitamente inizio una recensione riportando una frase significativa, a mio personale sentire dell'opera, ma questa volta ho voluto di proposito usare le parole dell'autore, che mi hanno emozionata e mi sono rimaste impresse nella mente,durante una nostra conversazione privata.

Il suo obbiettivo è sempre stato questo, quello di far immergere le persone nel mondo che ha creato, non solo durante la lettura ma anche una volta chiuso il libro.
Ci sei riuscito sai? Ci è riuscito cari lettori del blog. Le cose funzionano specialmente quando si fanno le cose in primo per noi stessi, per passione e per amore di ciò in cui crediamo e solo dopo, di rimando per gli altri.

In questo libro risiede una scrittura evocativa e malinconica dall'intendo chiaro e voluto di un essere coscienti che la magia risiede in noi, anche se non sempre è come ce lo immaginiamo, e  ci accompagna per tutta la narrazione questo senso di verità ,che non sempre significa giusto,ma semplicemente quel che è . 
 
Una cosa che ho imparato,ed è un mio aneddoto molto carino è che leggendo La preghiera degli innocenti ho assimilato la parola ''scranna'' , che è un caso lessicale non propriamente trovabile nel vocabolario, ma guardando online , ho scoperto  che sta ad indicare  una sedia importante, di prestigio. 

Partendo con la recensione del libro, ci troviamo immersi in una battuta di caccia che coinvolge padre e figlio maggiore.
Nell'arco di breve tempo si assisterà tragicamente alla svolta della vita di David e del fratello minore Garret che rimasti orfani sia di genitori che di nonni, saranno messi in viaggio  per il raggiungimento di una meta sconosciuta ai ragazzi stessi.
L'unico movente per farlo e dunque mettersi oltre che in gioco, in pericolo  per trovare questo posto chimerico sarà quello di averlo promesso al defunto nonno e, in secondo luogo di dover trovare al tempo stesso lì, una persona sconosciuta ma amica della famiglia che li dovrebbe aiutare a capire l'accaduto famigliare e intervenire nel proteggere loro la vita.
In tutto questo ci si trova catapultati davvero coi personaggi che si delineano nei nostri ricordi, non come personaggi di una storia fantasy ma di una storia vera che stiamo percorrendo anche noi lettori. 
Un poco come se fosse Bastiano con Atreyu, per intenderci.
Vi è un mondo magico dietro al quale i protagonisti pensavano di esser immuni, quasi le storie narrate dal loro nonno fossero solo racconti e viaggi di crescita senza alcuna tangibile ferita nel piano reale delle loro  esistenze, e di conseguenza delle vite altrui.
Andando avanti nell'arco narrativo invece si scopre che la magia esiste e da pagina 121 si comincia  a mettere qualche tassello del mondo di Arcan al suo posto, nella mappa che percorriamo, cominciamo ad avvicinare la nostra curiosità verso il popolo dei Venati, in cui all'inizio i due fratelli si ritrovano e dal quale ne escono con un anello misterioso e cominciamo a vedere già dei cambiamenti in Garrett.
Mi riferisco al sorriso, per quanti dolori possano attraversarci e per quanto noi possiamo reagire, vi è un momento in cui il sorriso non lo riusciamo a portare più,e Garrett ha avuto lo stesso risveglio di una parte di sè, ad un certo punto. 
Non smarrimento, badate, ma consapevolezza che doveva lasciare andare qualcosa per affrontare sè stesso e non vi era modo di rimandare al proprio Io futuro .
Mi successe lo stesso col mio sorriso,
e mi ritrovo molto in questo personaggio, anche se nella mia vita sono una sorella maggiore.

Parlando di linguaggio usato nel libro mi sento invece di dire che sia qualcosa di spettacolare, maturo e ricercato, di una persona che sa bene cosa sta scrivendo.

Coinvolge talmente tanto che la lettura si fa scorrevole e vorace, e non trovo al contrario come ho letto in altre recensioni, che in alcuni punti i personaggi non si spiegassero al meglio in quanto se tutto venisse messo nel dettaglio, verrebbe perso quel senso di realtà di cui tanto parlo qui, in cui l'individuo, si delinea con la storia e come nella vita reale.
Niente deve essere dato se non al momento giusto e non sempre al momento giusto deve essere dato.

Che dire,come sempre vi aspetto nei commenti