sabato 2 dicembre 2023

La preghiera degli innocenti (primo libro - il ciclo della disputa eterna) di Antonio Agostinacchio

La preghiera degli innocenti

di Antonio Agostinacchio

(primo libro del Ciclo della disputa eterna)


Trama: 
David e Garrett vivono nel rurale villaggio di Highline, sulle sponde del fiume Natis. Tutto ciò che sanno di Arcan, il vasto continente al di là della Foresta, lo apprendono dalle strabilianti storie di nonno Arthur. Storie di magia e impavidi guerrieri, il cui protagonista è il leggendario Aston, eroe dell’Ordine dei Neri. Una notte di luna piena sconvolge le loro esistenze, lasciandoli improvvisamente soli. Con nient’altro che un misterioso uomo da cercare: Daniel Aslak, e un avvertimento: stare alla larga da Nocturnia, i due partono alla volta di Jheelar. Lungo il tragitto dovranno fare attenzione. La Repubblica della Notte Eterna non è più come un tempo. L’ex capitale è instabile e i sopravvissuti dell’antica organizzazione dei Neri hanno tutta l’intenzione di riprendersi la città con la forza. Tra terre dalla notte perenne e luoghi in cui la natura brilla di luce propria, David e Garrett dovranno scoprire quanto ci sia di vero nelle leggende con cui sono cresciuti e fare i conti con un passato che vuole travolgerli a tutti i costi
Pagine libro: 257



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Come mi disse una volta Antonio in una nostra conversazione riguardo il suo futuro e la sua ambizione di scrittore:

''scrivo per regalare qualcosa
 e se nessuno leggesse non potrei donare nulla''

Faccio questa recensione in una giornata abbastanza fredda di quello che è l'inizio di un periodo invernale molto duro, per tanti motivi che accompagnano la mia vita ultimamente, ma voglio portarvi questa recensione credendo nel lavoro che ci sta dietro a quest'opera di Antonio.
Antonio è uno scrittore che ho conosciuto su Instagram grazie alla passione dei libri che ci accomuna e nel corso degli anni ho visto da persona esterna questo libro, in parte prendere vita, attraverso i suoi estratti che condivideva, e alla passione nel volere creare un opera che non fosse con l'intento di restare parole sui fogli ma una storia che si potesse accompagnare al lettore coinvolgendolo a vivere e sentire la storia che si sviluppava mano a mano la lettura.
Chi mi legge saprà che solitamente inizio una recensione riportando una frase significativa, a mio personale sentire dell'opera, ma questa volta ho voluto di proposito usare le parole dell'autore, che mi hanno emozionata e mi sono rimaste impresse nella mente,durante una nostra conversazione privata.

Il suo obbiettivo è sempre stato questo, quello di far immergere le persone nel mondo che ha creato, non solo durante la lettura ma anche una volta chiuso il libro.
Ci sei riuscito sai? Ci è riuscito cari lettori del blog. Le cose funzionano specialmente quando si fanno le cose in primo per noi stessi, per passione e per amore di ciò in cui crediamo e solo dopo, di rimando per gli altri.

In questo libro risiede una scrittura evocativa e malinconica dall'intendo chiaro e voluto di un essere coscienti che la magia risiede in noi, anche se non sempre è come ce lo immaginiamo, e  ci accompagna per tutta la narrazione questo senso di verità ,che non sempre significa giusto,ma semplicemente quel che è . 
 
Una cosa che ho imparato,ed è un mio aneddoto molto carino è che leggendo La preghiera degli innocenti ho assimilato la parola ''scranna'' , che è un caso lessicale non propriamente trovabile nel vocabolario, ma guardando online , ho scoperto  che sta ad indicare  una sedia importante, di prestigio. 

Partendo con la recensione del libro, ci troviamo immersi in una battuta di caccia che coinvolge padre e figlio maggiore.
Nell'arco di breve tempo si assisterà tragicamente alla svolta della vita di David e del fratello minore Garret che rimasti orfani sia di genitori che di nonni, saranno messi in viaggio  per il raggiungimento di una meta sconosciuta ai ragazzi stessi.
L'unico movente per farlo e dunque mettersi oltre che in gioco, in pericolo  per trovare questo posto chimerico sarà quello di averlo promesso al defunto nonno e, in secondo luogo di dover trovare al tempo stesso lì, una persona sconosciuta ma amica della famiglia che li dovrebbe aiutare a capire l'accaduto famigliare e intervenire nel proteggere loro la vita.
In tutto questo ci si trova catapultati davvero coi personaggi che si delineano nei nostri ricordi, non come personaggi di una storia fantasy ma di una storia vera che stiamo percorrendo anche noi lettori. 
Un poco come se fosse Bastiano con Atreyu, per intenderci.
Vi è un mondo magico dietro al quale i protagonisti pensavano di esser immuni, quasi le storie narrate dal loro nonno fossero solo racconti e viaggi di crescita senza alcuna tangibile ferita nel piano reale delle loro  esistenze, e di conseguenza delle vite altrui.
Andando avanti nell'arco narrativo invece si scopre che la magia esiste e da pagina 121 si comincia  a mettere qualche tassello del mondo di Arcan al suo posto, nella mappa che percorriamo, cominciamo ad avvicinare la nostra curiosità verso il popolo dei Venati, in cui all'inizio i due fratelli si ritrovano e dal quale ne escono con un anello misterioso e cominciamo a vedere già dei cambiamenti in Garrett.
Mi riferisco al sorriso, per quanti dolori possano attraversarci e per quanto noi possiamo reagire, vi è un momento in cui il sorriso non lo riusciamo a portare più,e Garrett ha avuto lo stesso risveglio di una parte di sè, ad un certo punto. 
Non smarrimento, badate, ma consapevolezza che doveva lasciare andare qualcosa per affrontare sè stesso e non vi era modo di rimandare al proprio Io futuro .
Mi successe lo stesso col mio sorriso,
e mi ritrovo molto in questo personaggio, anche se nella mia vita sono una sorella maggiore.

Parlando di linguaggio usato nel libro mi sento invece di dire che sia qualcosa di spettacolare, maturo e ricercato, di una persona che sa bene cosa sta scrivendo.

Coinvolge talmente tanto che la lettura si fa scorrevole e vorace, e non trovo al contrario come ho letto in altre recensioni, che in alcuni punti i personaggi non si spiegassero al meglio in quanto se tutto venisse messo nel dettaglio, verrebbe perso quel senso di realtà di cui tanto parlo qui, in cui l'individuo, si delinea con la storia e come nella vita reale.
Niente deve essere dato se non al momento giusto e non sempre al momento giusto deve essere dato.

Che dire,come sempre vi aspetto nei commenti 






venerdì 10 novembre 2023

Cambia l'abitudine di essere te stesso - La fisica quantistica nella vita quotidiana ( Dr. Joe Dispenza)

Cambia l'abitudine di essere te stesso 
(La fisica quantistica nella vita quotidiana)
del Dr.Joe Dispenza





Trama:
Il dr. Dispenza crea un ponte tra scienza e spiritualità. 
Non sei destinato, né programmato geneticamente a essere ciò che sei per tutta la vita.
Infatti è nata una nuova scienza che restituisce all'individuo il potere di creare la realtà che desidera vivere.
Nel suo libro il dr. Dispenza combina la fisica quantistica con la neuro-scienza, la chimica del cervello, la biologia e la genetica per mostrarci cosa sia veramente possibile realizzare.
Non solo ricevi le conoscenze necessarie per cambiare qualsiasi aspetto di te, ma ti vengono consegnati anche gli strumenti da applicare passo dopo passo per realizzare profondi cambiamenti nella tua esistenza .
Una volta che hai cambiato l'abitudine di essere te stesso, e hai cambiato veramente il tuo modo di pensare, la tua vita non è più la stessa.

Traduzione italiana: Katia Prando
Titolo originale: Breaking the habit of being yourself (how to lose your mind and create new One)
Pagine Libro: pag.352

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"Cambiare la tua vita,
significa cambiare la tua energia,
ossia trasformare radicalmente  il tuo pensiero
e le tue emozioni"


Era da un poco di tempo che non portavo sul mio blog una recensione e ho deciso dopo questo fermo di quasi tre anni che  questo fosse il miglior modo di continuare il mio lavoro spirituale attraverso i libri, recensendo e riportando alla mia attenzione il libro :
 ''Cambia l'abitudine di essere te stesso'' di Dispenza, che in verità è il secondo di questo anno che recensisco ma mi sento di dire che con questo secondo podio, portero' alla vostra attenzione molte piu' riflessioni e mi inoltrerò insieme all'autore in qualcosa che possa aiutare in positivo tutti coloro che credono nel potere della mente.
Era da moltissimo tempo che non mi prendevo la libertà di esporre i miei pensieri attraverso i libri, in questo percorso che io propongo ai lettori, attraverso il mio Blog. Sono davvero emozionata di tornare a recensire, e lasciare una parte di ciò che ho imparato, a voi tutti, attraverso le letture.
Sicura che questo possa portare benefici a chi deciderà di crescere ed evolversi anche attraverso le esperienze della parola scritta.
Parola di Chridhe Of the Books

Ma ora cominciamo..

Ne emerge con questa lettura carica di emozioni e stimoli che tutte le versioni di noi sono reali e possiamo plasmare il nostro destino attraverso ciò che prende forma dentro i nostri pensieri più profondi, badando bene al rovescio della medaglia.
Come possiamo aiutarci, possiamo anche sabotarci e per la maggiore va il secondo caso.

Una citazione che mi sovviene alla mente, nitida e chiara è ''Non siamo ciò che crediamo di essere. Siamo tutto ciò che potenzialmente potremmo essere''

Due cose importanti da assimilare è che esiste una connessione tra il mondo fisico ed empirico, come anche una connessione tra  mondo interiore  e metafisico; questo ci porta a parlare di materia e pensiero come un'unica essenza dello stesso ''fardello dell'individuo'', e come ci spiega Dispenza vedremo un quadro ben chiaro del tutto.
Scienziati e fisici inizialmente,ci spiega Dispenza, attribuirono uno slegamento tra materia e pensiero, come due elementi distinti, che in primo luogo vennero denominati materia e pensiero e successivamente materia ed energia.

Renato Cartesio, un matematico/filosofo  francese, d'epoca rinascimentale dell'età moderna diceva:
 ''Io penso, dunque sono, ossia esisto''.
Il suo pensiero, così come espresso, sosteneva la calcolabilità delle leggi dell'Universo e del mondo stesso, ma la cosa non era applicabile all'individuo umano perchè quello non poteva che essere competenza spirituale e al tempo, spettava solo ai religiosi,non alla scienza. La competenza della ricerca interiore e dello stesso Dio non doveva essere mischiata e all'epoca nemmeno venne mai presa in considerazione.
Ecco dunque che materia e pensiero non potevano essere mischiati.
Dopo Cartesio venne Newton, che tutti conosciamo come uno degli scienziati più grandi di tutti i tempi,  che portò avanti l' avvalersi  della tesi di Cartesio in cui l'Universo non era altri che una ''macchina'', e che l'uomo tramite i suoi calcoli poteva quantificare nel mondo fisico ogni cosa possibile, avvalendosi dell'energia.
Un piccolo appunto è che per Newton:
''L'energia poteva essere intesa come una forza che muove gli oggetti o che cambia lo stato fisico della materia. ''

Ma L'energia è molto più di una forza esterna esercitata sulle cose materiali.
L'energia è il tessuto reale che compone tutte le cose materiali e reagisce alla mente.  (pag,29)
 
Duecento anni dopo, Einstein stupì tutti quanti mettendo in correlazione materia ed energia, attraverso lo studio della luce, che  si scoprì poteva curvare come un'onda, oltre che ad essere una particella. (Voi vi starete chiedendo cosa c'entri tutto questo ..ma ci arriviamo a breve)
Questi fatti portarono a nuova discussione le affermazioni di Cartesio e Newton che un determinato fenomeno può essere una cosa o l'altra, senza considerare la possibilità che invece  non tutto possa essere prevedibile, ma parte della stessa realtà.
Ragion per cui una cosa non esclude necessariamente l'altra.
Nel libro ci viene spiegato molto bene come l' avvalorare di questo venne saldato dallo studio sull'atomo, che portò alla rivelazione che lo stesso atomo è costituito dal 99% di energia e solo dallo 0,1% di materia.( non è ''niente'' a livello di materia se ci si pensa, al contrario di ciò che si supponeva)
Rafforzativo di questo fu anche un'altra scoperta, l'atomo non si comportava sempre nello stesso modo, non obbediva alle leggi della fisica in cui onda uguale energia ed particella uguale materia, ma avveniva un collasso della funzione d'onda.
( in pratica gli studiosi di quantistica scoprirono che la persona che si occupava della misurazione e dell' osservazione dell'atomo, ne influenzava il comportamento, l'energia e la sostanza;
solo se osservata la particella poteva manifestarsi, altresì modo, non poteva materializzarsi nello spazio-tempo, e questo, è il collasso d'onda.  Chi osservava l'atomo dava risultati sempre diversi e dunque fu una scoperta straordinaria oltre che paralizzante nel contempo, perché si scoprì che non vi era un calcolo capace di affermare quel dato specifico , dato che ogni volta era diverso )

"L'elettrone esiste come onda di probabilità in un preciso momento e successivamente appare come particella solida, per poi scomparire nel nulla e riapparire altrove'' (pag.36)

Materia e pensiero ci appaiono dunque correlate, riuscite a comprendere  il tutto adesso? 
L'energia/forma-pensiero, risponde alla consapevolezza della nostra attenzione, trasformandosi in materia.
Infinite possibilità  così ci appaiono davanti:
pensatela come aveste della creta in mano, potete plasmarla come volete, scegliendo voi e questo principio è lo stesso che possiamo applicare al nostro pensiero, alla nostra mente, perché le leggi dell'universo non sono calcolabili e nemmeno l'essere umano.

Il nostro pensiero è energia pura  e Dispenza ci fa un breve schemino introduttivo per permettere a tutti di poter capire meglio dove stiamo ponendo la nostra attenzione riguardo la forza di ciò che pensiamo.
 
''Da dove viene l'intelligenza che fa battere il nostro cuore?
Fa parte del sistema nervoso autonomo
Dov'è collocato questo sistema?
Nel cervello. Il sistema limbico  del cervello fa parte del sistema nervoso autonomo.
E all'interno del cervello, sono presenti tessuti specifici responsabili del battito cardiaco?
Si.
Questi tessuti sono fatti di cellule.
Le cellule sono fatte di molecole.
Le molecole sono fatte di atomi
Gli atomi di particelle subatomiche.
Le particelle subatomiche sono fatte di energia. ''

(pag52)

L'universo è composto di 0,1% di materia, e 99% di quel ''nulla''  chiamato energia... questo dovrebbe farci riflettere sul fatto che siamo in grado di cambiare la nostra vita  attraverso la nostra energia, cambiando interamente il nostro pensiero e principalmente le nostre emozioni.
Grazie a queste considerazioni comprendiamo l'importanza di entrare nell'ottica di acquisire uno stato di consapevolezza in cui possiamo riuscire a causare un effetto positivo nella nostra vita.

Immaginare una determinata situazione e crederci, sentirla ancora prima che sia manifestata e ci e sia avvenuta nel presente. Sentirne le emozioni.
Mi capitò questa manifestazione tre volte in tutta la vita, due consapevolmente anche senza nessuno che mi dicesse potesse essere così , e una inconsciamente.
Posso portare alla vostra attenzione questo.
La prima volta mi capitò con il viaggio che finalmente realizzai in Scozia.
La seconda volta ( questa fu inconsapevolmente)  quando ebbi la mia vita fuori controllo ma nella direzione che realmente volevo.
La terza volta con l'adozione delle mie gatte.
E qui un piccolo appunto per farvi capire meglio con l'ultima detta: 
nel mio cuore sapevo che esistevano Morgana e Dehya, erano solo da qualche parte li fuori ad aspettarmi.
Le ho desiderate, mi sono dedicata a loro già prima di conoscerle e trovarle, per poterle accogliere con amore e consapevolezza. Provavo ciò che ancora dovevo provare e sentivo quello che ancora dovevo sentire. 
Quando tutto in me si è allineato coi pensieri e con il corpo ,ovvero nei gesti quotidiani nel prepararmi ad accoglierle, è accaduto che le ho trovare.
Ora ho la mia famiglia, e sono l'estensione della mia vita, io ho adottato loro ma loro hanno adottato me.
 
Questo ci fa capire che dobbiamo entrare nell'ottica di acquisire uno stato di consapevolezza in cui possiamo noi per primi causare un effetto positivo nella nostra vita, immaginando una determinata situazione e crederci, sentendo quel futuro e non solo immaginandolo.
Dobbiamo provare l'emozione desiderata  futura come fosse già reale, per poi manifestarla nel presente.

Inversamente questo può  anche mutare in una cosa negativa.
Nella prima parte del libro siamo portati a riflettere maggiormente su quanto noi possiamo influire positivamente sulla creazione del nostro presente e sulla positività degli eventi che noi stessi ci immaginiamo o vogliamo, ma nella seconda parte cominciamo a capire quanto possa essere vero anche il pensiero negativo che ci portiamo dietro giorno dopo giorno e come sia importante calibrare la nostra attenzione con le giuste energie.

Riflettiamo  assieme a Dispenza anche su come il pensiero, rivissuto nella nostra mente , possa ricreare emozioni, ma che esse per la maggioranza della vita siano un loop di negatività che ci impedisce di portare positività nella nostra vita, stagnandoci su di un cappio che ci auto stringiamo alla gola.
Importantissimo è capire in che direzione lasciare che il pensiero divenga reale.

Ecco che la nostra personalità viene chiamata in causa, perché costruita sulla nostra routine emozionale che viviamo e che ci portiamo dietro giorno per giorno.

''Per poter cambiare, 
dobbiamo pensare più in grande rispetto a come ci sentiamo''

(pag.85)

Sentimenti come rabbia e frustrazione o irritazione e altre simili ,ripetute e ripercorse nella nostra mente fanno si che queste veicolino i nostri pensieri  controllandoli e mandando input negativi al nostro corpo, che ogni qual volta  tornerà su quegli stati d'animo, e non solo lì ricreerà nella nostra mente attraverso i pensieri , ma saranno gli stessi pensieri ad attivare quelle sensazioni orribili e già vissute, nel nostro corpo.
 
''L'abitudine più grande che dobbiamo cambiare è quella di essere noi stessi ''

Paradossalmente stare male ci fa sentire bene, perché appartiene a un modo d'essere che conosciamo già e avendo una risonanza molto grande e del tutto esclusiva con il vecchio Sé, viviamo continuamente rivolti al passato.
Ricreando con la mente i brutti pensieri o le brutte esperienze, le nostre ansie costringono il nostro corpo a rivivere assieme ad esso il tutto, e così i muscoli si contraggono , ci viene male alla testa o allo stomaco … quante volte vi è capitato? Anni fa ero molto più impulsiva e di solito una delle frasi che mi ripetevo era '' non tradire te stessa, rimani fedele a te stessa''. Ma quale me stessa? Quella che mi portavo dentro? Quella che ferita non aveva modo di digerire l'ansia e i dolori assimilandoli e gettandoli giù nel cuore, per contenerli ed essere migliore, migliore di chi e per cosa?
Cari lettori, che siete arrivati a questo punto della recensione, ogni esperienza che noi viviamo, si trasforma in un tratto della nostra personalità facendo si che il corpo diventi la memoria del nostro passato e non lasciando spazio a nuove emozioni.
Così facendo  ci precludiamo il nostro futuro e la sua creazione tramite il presente.

Andando avanti, l'autore, ci porta a riflettere anche sull'avere  la padronanza del nostro giudizio  su noi stessi, e riporta nella terza parte del libro, esercizi da poter mettere in pratica (fornendo  sempre degli esempi di vita altrui) su come poter superare i nostri blocchi.

"Non puoi pensare in un modo 
e sentire in un altro
e aspettarti che nella tua vita 
accada qualcosa di diverso "

Con questa ultima ma importantissima frase, spero di aver messo un poca di curiosità nello scoprire se stessi anche tramite questo bel libro.

lunedì 30 ottobre 2023

La Pietra della follia - di Benjamín Labatut


La pietra della follia 

di Benjamín Labatut



Trama: Come e quando gli incubi di Lovecraft, le visioni di Philip K.Dick, e l'inquietante matematica di Hilbert -sciolti nell'inferno che chiamiamo rete- abbiano finito per diventare qualcosa che assomiglia al nostro mondo.

 O peggio, che lo è.

Titolo originale : The Stone of Madness

Pagine Libro: 77

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"Forse ci troviamo in una fase in cui le antiche storie che coglievano il senso del mondo stanno crollando, e in questo momento, prima che emerga un nuovo grande racconto, una massa di trilioni e trilioni di frammenti senza significato precipitano nel vuoto, e per un breve periodo storico siamo immersi in un mondo che non ha senso. Fino a quando, in un luogo che non possiamo ancora immaginare, qualcuno inizierà a riassemblare  tutti quei frammenti in un modo completamente nuovo, da cui prenderà vita una nuova grande storia "

Nel perdurare degli anni, si è sempre dato per scontato che il seme della follia umana fosse un qualcosa che improvvisamente ci sarebbe apparso davanti, senza soluzione alcuna per contrastarlo. L'unica possibilità è sempre stata quella di essere pronti mentalmente alla possibilità di dover affrontare una qualsivoglia forma di follia nelle più svariate maniere ma, nessuno potrebbe mai sapere quando questa possa apparire e per tanto quando  e come possa cessare.

Però alcune persone non si sono limitate alla coscienza di questo e in modi anche terrificanti hanno cercato sempre il campanello d'allarme magari nel momento in cui non c'era , e bombardato la propria mente  di paranoie, portando follia loro stessi al mondo.

Sotto un' altra ottica però la follia si manifestava molto vivida attraverso i sogni di alcuni , che altro non erano per i più, la manifestazione concreta della verità umana, ovvero che il mondo che viviamo è un involucro che ci contiene col corpo e il nostro vero Io vive solo nella notte attraverso i sogni ,quando non abbiamo difese e le rivelazioni del mondo possono trovare un accesso di connessione con tutto l'universo .

Però questa verità portò in primis Lovecraft a cercare di dare un senso a tutto questo sconvolgimento dei suoi sogni ,attraverso le sue narrazioni, per portare l'umanità a rendersi conto che il mondo di ignoranza in cui viviamo è più pericoloso del vero, e sarà troppo tardi quando realizzeremo il vero mondo che ci attende, perché la follia forse sarà la più leggera delle pene . 

In questo piccolo saggio di Labatut, le riflessioni scorrono veloci, scorrevoli e concise, senza dispersioni, e tantissime sono le domande e le ricerche che viene voglia di fare a riguardo ciò che ci racconta tramite il suo cercare  anch'esso risposte .

Ci si domanda se davvero

"...il prezzo che paghiamo per la conoscenza 

è la perdita della nostra capacità di comprensione"

Negare che io non lo pensi sarebbe ingiusto anche con me stessa dato che  io per prima, credo sia vero.

Su alcuni degli studi che ho fatto mi sono imbattuta spesso in questa complessità di pensiero, perché per quanto sia magari stupido, sotto una certa ottica perdere la comprensione laddove la si trova, assicuro che quando finalmente tutti i tasselli sono al loro posto, a volte la comprensione diviene sfumata nell'aver finalmente compreso tutto e inizia una nuova ricerca che è la più complessa di tutte : ritrovarsi.

Vi chiederete in che senso.. bè nel senso che una volta ottenuto ciò che si vuole conoscere, bisogna imparare la stabilità dell'esserci, della costanza con cui facciamo tesoro del sapere.

Eppure cè chi ne esce folle.. o chi dimentica, perché affrontare realtà è troppo. Diviene quasi un impegno con sé stessi e ciò che siamo nel presente.

Una bellissima domanda è "Quando abbiamo smesso di capire il mondo?"(domanda che è anche titolo di un libro dello stesso Labatut), e in effetti se ci pensate è alla base della follia che ci mangia pian piano ogni giorno.

Il saggio de La pietra della follia , nasce dalla penna di Labatut per via di un quadro di Bosch in cui ci sono 3 figure ognuna con un ruolo ben preciso, che hanno a che vedere con un  seme di follia che viene estratto ( o messo ) dalla testa di un quarto figuro.

Il quadro che l'autore continua ad osservare lo porta a pensare e ragionare sulla follia e di rimando, la follia di una donna che l'ha accusato di plagio.

Il dipinto lo porta anche a ragionare e farci ragionare su come capire quale delle quattro figure sia logico essere, se alla fine la vita non sia che imprevedibilità; ci porta dunque ad affrontare in poche pagine migliaia di input che possiamo poi approfondire in solitaria, come ad esempio cosa voglia dire essere presenti a questo mondo e come esserlo, dal momento che proprio come la follia, la vita stessa non può essere prevista, perché le incognite e le cose inaspettate esistono e non si possono quantificare o decidere sia così come le vogliamo, a prescindere dalla loro natura.

"La crisi consiste appunto nel fatto che il vecchio muore e il nuovo non può nascere: in questo interregno si verificano i fenomeni morbosi più svariati."
Antonio Gramsci

Tutto quello che viviamo per noi è reale ma ormai pare che qualcosa sia crollato in quel perdurare paziente della follia umana negli anni.

Capiamo ancora così poco del mondo , ma tendiamo a essere più avanti di ciò che realmente comprendiamo .. La tecnologia sta come risucchiando una parte importante della nostra ricerca del contatto con ciò che siamo e ciò che è il mondo. 

Troppo presi a delegare le intelligenze artificiali, troppo presi dal rifugiarci in realtà virtuali come se qui fosse nulla di importante riempiendo con ciò che capita i nostri vuoti per poi morire, credendo di farlo bene e troppo presi dal credere che non contino le storie che hanno varcato il nostro mondo .

Appena ci imbattiamo in qualcosa di cui non abbiamo comprensione, alla fine si creano mostri di paura  e non sappiamo come affrontarli.